4 ottobre 2020

4 Ottobre 2020

Lo stile di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,33-43)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».

Il commento

I contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono” (21,35). È la storia di un conflitto che attraversa tutta la storia biblica e accompagna tutti i secoli, anzi si manifesta con maggiore vigore nella nostra epoca in cui, con crescente asprezza, l’umanità rivendica la sua totale autonomia da ogni forma di religiosità. Con spietato realismo la parabola evangelica ricorda che l’opposizione dei contadini non si limita ad innalzare la barriera della libertà ma si traduce in una brutale violenza che si abbatte su tutti gli inviati di Dio. Mi sembra di intravedere un’icona della persecuzione che riceveranno i testimoni della fede. Insomma, non c’è spazio per il dialogo. Dinanzi a tutto questo Dio non manda un esercito per annientare i malvagi, come suggeriscono le autorità religiose (21,41). Al contrario, senza perdere la fiducia, decide di inviare altri servi: “Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi” (21,36). È la risposta della misericordia. Il compito dei servi è quello di ricordare a tutti che Dio è il padrone della vigna ma anche quello di manifestare che, d’ora in poi, l’autorità non passa attraverso la forza ma si afferma con l’amore. Dio non smette di sperare che i contadini possano ravvedersi. L’amore genera una sconfinata fiducia. Per questo, sceglie di inviare anche il figlio (21,37). Una scelta poco ragionevole ma perfettamente in linea con il cuore di un Dio che fa tutto per amore.

Alla scuola di questo Dio, “ricco di misericordia” (Ef 2,4), malgrado l’indifferenza e l’ostilità, la Chiesa non deve smettere di annunciare il Vangelo ma deve farlo con lo stile di Dio, cioè con gratuità e generosità. In questa storia, apparentemente distratta e chiusa alla grazia, lo Spirito Santo apre strade sempre nuove, suscita e custodisce nell’uomo un desiderio di bene che non può essere saziato dal piacere o dal benessere. La gioia di portare il Vangelo deve essere ben più grande della fatica e dei rischi. È una grazia da chiedere a Maria, Madre di Misericordia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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