6 ottobre 2020

6 Ottobre 2020

Stare in ascolto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Il commento

Aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (10,39). Marta appare nelle vesti della padrona di casa, colei che organizza e gestisce con decisione ogni cosa. Maria invece sceglie di stare in disparte, ritaglia per sé un ruolo apparentemente marginale, s’intrufola tra i discepoli e si pone ai piedi del Maestro. Il verbo [parakathézomai] significa sedere accanto, contiene perciò l’idea della familiarità. La scelta di Maria non corrisponde affatto alle consuetudini religiosi e sociali dell’epoca che non concedevano alla donna un ruolo pubblico. Più che una pia donna che prega con devozione, Maria appare qui come una giovane che sfida la tradizione e sceglie di stare dalla parte di coloro che sono seguono da vicino il Maestro. L’evangelista esalta l’umile intraprendenza della donna. Malgrado le apparenze, si tratta di una coraggiosa provocazione, uno dei segni di quel femminismo che ha trovato nel Vangelo la sua prima e più autentica espressione. A lei sono rivolte le parole conclusive, pronunciate da Gesù: “Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (10,42). In realtà, nel testo greco non troviamo il comparativo migliore, leggiamo semplicemente che ha scelto la “parte buona” [tēn agathēn merída], quella che non può e non deve mai mancare. Il comparativo fa pensare ad un paragone con l’impegno di Marta, come se Gesù volesse pesare le due diverse attività; l’aggettivo invece dice semplicemente che Maria ha scelto l’essenziale. 

Il discepolo non resta in disparte né rinuncia ad offrire il suo servizio nei diversi ambiti della vita (domestica, ecclesiale e sociale) ma, prima di ogni pur legittimo impegno, si pone in ascolto, accoglie la Parola di Dio per avere parole da dire. È questo il punto di partenza. Il Vangelo ci consegna l’immagine di una donna che sceglie con saggezza e coraggio. Chiediamo anche noi la grazia di coltivare con umiltà l’arte dell’ascolto e di fare della Parola il principio e il criterio della vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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