di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,27-28)
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Il commento
“Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!” (11,27). In giorno di sabato la Chiesa contempla la Vergine Maria, insieme con Lei e grazie alla sua intercessione si prepara a celebrare il giorno del Signore per ricevere nuovamente la luce e la vita che Dio dona con abbondanza. Il brano evangelico favorisce uno sguardo mariano, di lei parla una donna del popolo che, ascoltando Gesù, sente il bisogno di manifestare il suo stupore e la sua lode per colei che lo ha portato in grembo gli ha dato il latte. Se fossimo stati presenti alla scena, avremmo certamente approvato questo elogio carico di gratitudine. La risposta di Gesù appare un po’ fredda, anzi invita a guardare altrove: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio!” (11,28). Non rifiuta questa lode, nessun figlio potrebbe farlo, ma chiede di allargare l’orizzonte. La donna si ferma alla dimensione carnale, Gesù invece dice che la vera beatitudine è un’altra e annuncia che tutti i discepoli possono sperimentarla. A giudizio del Nazareno, questa beatitudine è ancora più grande di quella che ha potuto sperimentare Colei che lo ha accolto in grembo e lo ha nutrito con il suo latte. Tutti abbiamo il privilegio di ascoltare la Parola, a tutti è data la grazia di entrare in una relazione intima e confidenziale con il Signore. La madre che nutre il neonato gli dà il latte, il discepolo che si pone in ascolto di Dio riceve il latte della Parola, si lascia nutrire come un bambino appena nato.
Maria di Nazaret ha vissuto entrambe le esperienze: in quanto Madre ha nutrito, in quanto discepola è stata nutrita. L’insegnamento evangelico contiene un annuncio e una provocazione. In tutta sincerità, dobbiamo chiederci se davvero desideriamo ascoltare la Parola; e se, quando leggiamo e meditiamo la Scrittura, e quando viene proclamata durante la celebrazione liturgica, abbiamo l’intima certezza di sentire la voce stessa di Dio. San Girolamo (345-420) diceva che “il Vangelo è il Corpo di Cristo”. Lo ha ricordato Papa Francesco in una recente Lettera Apostolica dedicata al Santo Dottore. Sospinti da questa certezza, impegniamoci ad accogliere la Parola come i neonati ricevono il latte.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
1 risposta su “Lasciarsi nutrire”
Lasciamoci nutrire sempre più docilmente e frequentemente dalla Parola di Dio.