di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,1-7)
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Il commento
“Ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze” (12,3). Il Vangelo offre una parola piena di speranza anche se disegna una cornice piuttosto drammatica. Da un lato, infatti, accenna alla numerosa folla che segue Gesù (12,1), in evidente contrasto con l’ostinata opposizione di scribi e farisei (11,54); e dall’altro ricorda le parole poco rassicuranti che il Maestro consegna ai discepoli. Dopo aver comandato di annunciare a tutti la bella notizia, chiede loro di non rinunciare quando incontreranno difficoltà, anche quelle più gravi: “non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla” (12,4). Gesù non offre tranquillanti né ansiolitici. Al contrario, ricorda ai discepoli che viviamo in un mondo segnato dal male, devono perciò mettere in conto resistenze e opposizioni. Queste parole forse hanno scoraggiato alcuni discepoli ma hanno reso più combattivi tanti altri.
Nella storia della Chiesa pavidità e audacia sono sempre intrecciate. Vi sono battezzati che rimangono a guardare e altri che sono pronti a dare la vita per il Vangelo. Giovanni Paolo II appartiene alla seconda categoria. Oggi vogliamo ricordarlo con particolare amore nell’anniversario della sua elezione alla Cattedra di Pietro. Era il 16 ottobre 1978. Quel giorno lo Spirito donava alla Chiesa un uomo “venuto da lontano”, figlio di una Nazione che aveva fatto della fede cattolica la sua bandiera. Con lui iniziava un’epoca nuova, la timida difesa della fede si trasformava in un coraggioso annuncio. Una sola citazione, in sintonia con il brano evangelico: “Non abbiate paura di andare per le strade o nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la buona novella della salvezza nelle piazze delle città, dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti […] Il Vangelo non deve essere tenuto nascosto per paura o per indifferenza. Non è stato concepito per essere custodito in privato. Deve essere messo sopra un podio cosicché il popolo possa vedere la sua luce e rendere lode al nostro Padre celeste” (Omelia, 15, agosto 1993). Lo diceva ai giovani. Vale per tutti.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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