16 ottobre 2020

16 Ottobre 2020

Scuole chiuse, bambini e famiglie ancora dimenticati

La decisione del governatore De Luca di chiudere le scuole di ogni ordine e grado nella regione Campania avrà sicuramente i suoi perché, tuttavia la decisione repentina e improvvisa mette in ginocchio ancora una volta le famiglie costrette ad organizzarsi nella notte con bambini piccoli per provvedere alla loro cura, lì dove entrambi i genitori lavorano. Ancora una volta si mettono completamente da parte le famiglie. Dopo la chiusura per più di due mesi, una intera estate per organizzare le procedure più idonee in caso di contagi all’interno delle strutture scolastiche, a poche settimane dalla riapertura si ricade in un nuovo lockdown scolastico. Compromessi: lo sviluppo psicofisico dei bambini e dei ragazzi, la continuità dell’attività lavorativa dei genitori e la serenità familiare.

Qualcuno potrebbe dire che sono solo 15 giorni. Ma comprendiamo 15 giorni cosa significano per una famiglia che non può permettersi l’aiuto dei nonni né la baby-sitter? È inconcepibile cancellare valori costituzionali e i diritti dell’infanzia senza sforzarsi di trovare qualche soluzione: è molto più facile chiudere tutto. Mi chiedo, considerati i dati forniti dalla Regione, non si potevano chiudere solo le scuole dove si sono verificati i maggiori contagi permettendo alle zone in minore emergenza di poter continuare con la frequentazione in presenza? Le Asl della Campania hanno comunicato che i contagi in istituti scolastici si sono verificati all’interno delle zone Napoli 1, Napoli 2, Napoli 3 e Caserta. Questo significa che nelle altre zone i contagi sono minimi, contenuti o assenti. Perché allora chiudere tutto? Con tutti i soldi investiti e le energie profuse dai dirigenti e dai docenti per organizzare in sicurezza le scuole è possibile con un’ordinanza spazzare via tutto in modo così repentino e senza dare ai genitori il tempo e il modo di organizzarsi? La Regione Campania crede che chiudendo le scuole ma lasciando i grandi centri commerciali aperti dove i bambini andranno a giocare insieme ad altri conosciuti al momento, si garantirà maggiore sicurezza?

Penso alla mia nipotina che è in prima elementare. Come si pensa di insegnarle a scrivere con la didattica a distanza? E poi sarà garantita la connessione internet a tutti i bambini e un adeguato dispositivo elettronico per fare DAD? Nella mia frazione purtroppo la fibra non è ancora arrivata. Abbiamo perso tempo mesi interi. Che un nuovo ritorno della pandemia ci sarebbe stato in autunno, lo sapevano anche le pietre. Cosa abbiamo fatto nel frattempo?

Non voglio assolutamente minimizzare la pandemia, in relazione alla quale stiamo tutti facendo grandi sacrifici psicofisici ed economici; ma vorrei che si desse più attenzione ai dati reali e alle esigenze delle famiglie che diventano ogni giorno più urgenti. I bambini non sono soprammobili e, ormai, le famiglie sono al collasso! Non hanno bisogno di isolamento e piccoli sussidi, ma di servizi e lavoro.

Mi auguro che presto tutta la politica si accorga che la società non può pensare di ripartire senza iniziare dalle famiglie, è a partire da loro che bisogna imparare a gestire l’emergenza.


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