17 ottobre 2020

17 Ottobre 2020

Cercasi donne che stirano da cancellare dai libri di testo

di Giovanna Abbagnara

Volete sapere i veri problemi della scuola italiana? Semplice, basta guardare qualche intervista del ministro Lucia Azzolina per rendersene conto. La priorità è dichiarare guerra agli stereotipi di genere nei libri di testo scolastici.

Ospite di Nemmeno un clic di Cinzia Leone sulla pagina del M5S, il nostro ministro dell’Istruzione, facendo riferimento ad alcuni testi della scuola primaria dove sono raffigurati una mamma che stira e un papà al lavoro, ha detto: “È uno stereotipo tristissimo il ministero ha fatto degli accertamenti, sentendo gli editori, e credo che sono stereotipi che devono essere superati – e aggiunge – è necessario emanciparsi di più e per farlo serve che collaboriamo tutti e siamo noi adulti a dare l’esempio ai giovani”.

Azzolina fa da eco ad una proposta di legge firmata dai deputati di Pd, M5S, Leu e +Europa con a capo la Boldrini, che chiedono l’istituzione di un osservatorio per controllare che i libri di testo rispettino le “diversità”, con tanto di certificato di qualità e “liste di proscrizione” sul web. “Lo scopo della proposta di legge” – dicono i fautori – “è quello di “adeguare l’ordinamento italiano ai principali standard internazionali in materia di diversità e di inclusione nel settore dei libri di testo scolastici, attraverso un’efficace azione di prevenzione e di contrasto dei pregiudizi e degli stereotipi di genere, nonché di quelli relativi alla cultura, all’etnia e all’abilità, valorizzando la diversità”.

A tal fine i parlamentari degli schieramenti prima citati, hanno pensato ad un osservatorio nazionale che si occuperà di “redigere le linee guida” e cosa più importante, “di effettuare una ricognizione dei libri utilizzati nelle scuole di ogni ordine e grado”. E poi? Proprio come in un “regime di inquisizione” i testi passeranno al vaglio, se non conformi e con giudizio negativo, gli editori dovranno adeguarsi per ricevere il bollino di idoneità. Chiaramente per gli editori che si allineeranno agli standard sono previsti “premi e riconoscimenti” oltre alla possibilità di frequentare “corsi di formazione sul tema”.

Che dire? Mi sento effettivamente un pesce fuor d’acqua. Innanzitutto, perché occupandomi da quasi vent’anni di famiglia ed essendo io stessa famiglia insieme ai miei cari, ho compreso che la donna ha un ruolo molto importante all’interno del focolare domestico. Ruolo che non ha niente a che vedere con le rivendicazioni femministe e relativiste che un certo pensiero cerca di portare avanti dagli anni ’70. Il modello che si vuole a tutti i costi sdoganare è quello di una donna lavoratrice, di successo che compete continuamente con l’uomo per riaffermare la propria parità, sacrificando la vita familiare e soprattutto l’accoglienza dei figli, considerati un ostacolo alla realizzazione della propria carriera.

Questo modo di pensare svilisce la donna e la depaupera di tutti quegli elementi che sono propri della femminilità. Tra questi anche prendersi cura della casa e preparare da mangiare o stirare (a proposito a me rilassa molto stirare, lo consiglio a tutte le donne lavoratrici isteriche!) così come essere attenta ai bisogni più profondi del proprio sposo o dei propri figli, senza per questo sentirsi inferiore. Per la donna lavoratrice da sempre invoco sussidi che le permettano di stare a casa con i figli qualche ora in più per occuparsi di loro, generarli alla vita, non solo fisica ma anche umana e spirituale. La maternità è un dono per la donna da custodire ma anche per la società da tutelare. Quello che l’Azzolina chiama “stereotipo di genere” è invece il centro vitale della cura e dell’amore. Conosco donne che hanno scelto dopo tre gravidanze di restare a casa per seguire i figli da vicino e conosco donne che con cinque figli, lavorano. Entrambi ce la mettono tutta per rispondere con coraggio alla propria vocazione di spose e di madri.

Ma non siete anche voi stanchi come me di questo modo di fare e di pensare? Questo continuo indottrinamento, voler cancellare a tutti i costi le differenze, vigilare sui testi come il più folle dei regimi, non vi procura il fastidio come genitori di vedervi rubato il vostro ruolo educativo e di genitori credenti? E come donne non vi sentite continuamente sotto esame come se si volesse cancellare ad ogni costo ogni segno di femminilità, di tenerezza, di accoglienza a fronte di una donna con i pantaloni forte, indipendente, spregiudicata? Insomma ce la stanno mettendo tutta per affossare la famiglia. È ora di svegliarsi.


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1 risposta su “Cercasi donne che stirano da cancellare dai libri di testo”

Bellissimo articolo. Si che siamo stufi di queste neo femministe che di sicuro hanno a casa la domestica, la governante, e forse l’autista. Di sicuro a pulire la loro casa saranno donne e donne anche a stirare e accompagnare i bimbi a scuola e forse a portare fuori il cagnolino. Mia mamma curava la casa è mio padre le sprrideva con riconoscenza.

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