19 ottobre 2020

19 Ottobre 2020

L’ipocrisia dei nuovi presidenti o aspiranti tali

Non c’è che dire, nel campo della difesa della vita umana facciamo grandi passi in avanti. Sì, per distruggerla e cambiare per sempre l’assetto antropologico dell’umanità. Esempi ne abbiamo? Certo.

Il candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Joe Biden, in un dibattito della scorsa settimana ha affermato che i bambini dovrebbero essere in grado di cambiare l’identità di genere senza alcuna «discriminazione». Una donna lo ha interrogato dicendo a Biden di avere un bambino di otto anni che si è identificato come transgender. La donna gli ha chiesto cosa avrebbe fatto riguardo al divieto dell’amministrazione Trump sulla transizione di genere nell’esercito e altri «indebolimenti» delle regole di non discriminazione.

Biden ha risposto che il suo bambino di otto anni dovrebbe essere in grado di cambiare liberamente identità di genere. «L’idea di un bambino di otto o dieci anni che decide: “Sai, ho deciso, voglio essere transgender. Questo è quello che penso mi piacerebbe essere, mi renderebbe la vita molto più facile”. Non dovrebbe esserci discriminazione», ha detto il candidato. Biden si professa cattolico ma a modo suo, basta leggere quanto indicato dal documento “Maschio e femmina li creò” della Congregazione per l’Educazione Cattolica, pubblicato nel 2019: «… l’utopia del “neutro” rimuove a un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita”. Si svuota – in questo modo – la base antropologica della famiglia».

Spostiamoci in Nuova Zelanda. Jacinda Ardern è stata riconfermata premier per il secondo mandato dopo una storica vittoria: il suo Labour ha infatti ottenuto oltre il 49% dei voti contro il 27% del National Party guidato dalla thatcheriana Judith Collins. Un trionfo che la premier ha realizzato sconfiggendo il coronavirus e guidando il Paese per i tre anni più duri della sua storia. Un periodo pieno di sfide iniziato con un sanguinoso attentato e finito con una pandemia globale. Una giovane donna anche simpatica che si presentò all’Assemblea generale dell’Onu con la sua bimba di pochi mesi in braccio.

Nello stesso giorno della partita per l’elezione del presidente, gli elettori neozelandesi sono stati chiamati a esprimersi anche su due referendum, sulla legalizzazione della marijuana e dell’eutanasia. Entrambi sponsorizzati e fortemente voluti dalla Ardner. Infatti sotto la sua presidenza è stata approvata lo scorso anno la legge sottoposta al referendum, la End of Life Choice Bill, che prevede che alla morte medicalmente assistita possa accedere chiunque abbia compiuto i 18 anni d’età e con un’aspettativa di vita inferiore ai sei mesi, dopo il via libera di due medici. Stando ai sondaggi pre-voto e dopo la vittoria della Ardner, è probabile che l’eutanasia venga approvata. Si saprà il 30 ottobre. Intanto da più parti si inneggia all’operato di questa presidente che durante la pandemia ha chiuso prima di tutti lo stato neozelandese riducendo al minimo contagi e morti.

Quindi se ho capito bene Jacinda Ardner ha adottato misure rigorosissime per salvaguardare la vita come un bene assoluto e non sottoponibile all’arbitrio di chiunque ma nello stesso tempo crede che la libertà individuale di autodeterminarsi sia un dogma da accogliere senza battere ciglio.

Mi sembra che entrambi gli esponenti politici sopra citati pecchino di una grande ipocrisia. È l’ipocrisia dell’autodeterminazione. È in nome di una falsa idea di libertà che si vorrebbe far rientrare nel novero dei diritti umani ogni pretesa (insana), ogni desiderio, ogni capriccio. L’idolatria dell’autodeterminazione serve solo a instaurare la legge della giungla: il malato o il disabile in un momento di depressione “sceglie liberamente” l’eutanasia,  la persona disorientata, fragile e sola diventa schiava del sesso promiscuo e contro natura (con l’illusione di essere libera), fino al limite estremo della “scelta” di “cambiare sesso”; la madre disperata, impaurita e sola “sceglie” l’aborto, ingannata dalla propaganda che le fa credere che eliminando il suo bambino eliminerà i problemi socio economici che la affliggono.

Insomma, una giungla di piccoli, indifesi e fragili che nessuno tutela. Smascheriamo questa grande ipocrisia. Basti pensare che dietro la contraccezione e l’aborto, il “cambiamento” del sesso, la fecondazione artificiale, l’eutanasia c’è un business miliardario. A voi le somme.


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