22 ottobre 2020

22 Ottobre 2020

Il coraggio di credere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Lc 21,15-18)
Quando si fu manifestato ai suoi discepoli ed ebbe mangiato con loro, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».
Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle».

Il commento

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro…” (21,15). Siamo sulla riva del lago di Tiberiade, nello stesso luogo in cui Gesù s’era presentato come un profeta che sceglieva i suoi discepoli. Tante vicende sono passate. Tante esperienza luminose e poi… l’ombra della croce che sembra chiudere definitivamente la partita. Quel giorno Gesù si presenta nuovamente. E tutto ricomincia. Dopo il pasto comune, chiama in disparte Simone. L’apostolo sta di fronte a Lui come uno studente che affronta il primo esame. Il Maestro lo chiama per nome, lo tratta come un amico, non lo rimprovera per gli errori commessi, non gli interessa valutare le sue capacità. Lo guarda fisso negli occhi e gli pone una sola domanda: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?” (21,15). Vuole sapere soltanto se ha custodito l’amore per Lui. Tutto il resto non conta, passa in secondo piano. L’esame si basa unicamente sull’amore. Le domande semplici sono quelle più complicate. Simone non fatica a trovare la risposta: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Consapevole dei suoi limiti, si pone su un gradino rispetto alla domanda. Ma questo non impedisce a Gesù di manifestare la sua fiducia: “Pasci i miei agnelli” (21,15). L’esame è fatto, Simone può tornare a casa, ha ricevuto nuovamente il titolo di apostolo. Gesù lo ha chiamato Simone, dopo l’esame può tornare ad essere Pietro. 

Oggi vi invito a fare memoria liturgica di san Giovanni Paolo II che ha risposto con eroica fedeltà alla chiamata ricevuta in tutte le stagioni della sua vita. Incontrando i giovani, durante il Giubileo del Duemila, vent’anni fa, consegnò loro la sua personale testimonianza di fede. E poi disse: “Credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro, comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio: il martirio di chi, oggi come ieri, è chiamato ad andare contro corrente. [ ] Forse a voi non verrà chiesto il sangue, ma la fedeltà a Cristo certamente sì!” (Veglia di preghiera, 19 agosto 2000). All’intercessione di Papa Wojtyla affidiamo i giovani perché abbiamo il coraggio di credere in Gesù e di trovare in Lui la forza di amare.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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