L’eutanasia spiegata ai bambini: un film dell’orrore che diventa realtà

di Chiara Chiessi, Universitari per la Vita

In una società capace di stravolgere tutto anche l’eutanasia diventa una specie di “favoletta” per bambini. Secondo la dottoressa canadese di Toronto Susan Woolhouse, i più piccoli dovrebbero assistere alla “dolce morte” dei loro cari. Quali saranno gli effetti? Pagheremo tutto questo?

L’idea della dottoressa canadese di Toronto Susan Woolhouse, è a dir poco agghiacciante: questa avrebbe scritto, in uno studio pubblicato dalla facoltà di medicina di una prestigiosa università canadese (la British Columbia), che coinvolgere i bambini nel processo “MAID” (assistenza medica a morire) della persona da loro amata, sarebbe stata una delle esperienze più importanti e terapeutiche di tutta la loro vita.

Far assistere un bambino al suicidio della mamma, del papà o del nonno sarebbe dunque “terapeutico”. Siamo alla follia assoluta. La dottoressa avrebbe maturato l’idea dopo essere stata presente a più di 70 suicidi assistiti, alcuni alla presenza degli stessi familiari, anche nipoti della più tenera età.

Secondo la dottoressa, ai bambini dovrebbero essere fornite informazioni oneste, compassionevoli e non giudicanti sull’eutanasia. Insomma li si deve indottrinare, presentandogli l’eutanasia come un diritto assoluto, come fosse andare dal dentista o prendere una medicina per il mal di testa.

Leggi anche: Alain Cocq: come mai nessuno parla del suo “sì” alla vita?

Bisognerebbe mostrare ai bambini i farmaci e le siringhe che verranno utilizzati; andrebbero poi avvisati su quello che accadrà nella procedura: la stanchezza iniziale, l’ingresso nel coma, i suoni respiratori emessi dalla persona che sta morendo… Importante è però rassicurare i bambini, precisando che la procedura non causerà affatto dolore e che la mamma o il papà “andranno via” dolcemente (quando sappiamo bene che ciò non è vero, anzi tutt’altro; quanto accaduto a Eluana Englaro e Terry Schiavo, cioè la morte per soffocamento a cui andarono incontro, ci conferma l’atrocità di questa procedura).

Forse non ci rendiamo conto del trauma a cui saranno sottoposti i bambini che assisteranno a questa terribile pratica. Traumi psicologici, perché vedranno morire sotto i loro occhi le persone a loro più care, e saranno costretti, da adulti ideologizzati e da una società perversa, ad accettare tutto ciò perché da ogni parte sentiranno come unica voce che questa “dolce morte” è normale, va bene, anzi è un diritto assoluto.

Nostro Signore nel Vangelo è stato molto chiaro: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare” (Matteo 18,6).




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.