27 ottobre 2020

27 Ottobre 2020

La “Carta straccia” del giornalismo cattolico

di Giovanna Abbagnara

A fare i titoloni sono tutti bravi, a raccontare la realtà con onestà intellettuale il cerchio si restringe. E così accade che il potere dell’informazione muove i suoi fili e dirige l’opinione pubblica senza la preoccupazione di dare spazio ai “dissidenti”. “Carta straccia” direbbe Giampaolo Pansa, un vecchio giornalista morto nel gennaio di quest’anno e che si divertiva ancora a “tirare sassi contro i vetri blindati di molte eccellenze”.

Il problema è che questi sassi nessuno li raccoglie e nessuno ha il coraggio di sfidare i diktat del momento. Per cui si preferisce piuttosto ignorare certe notizie, far credere che il Papa ha un pensiero diverso da quello dei suoi seguaci nella Chiesa e che tutte le persone con attrazione verso lo stesso sesso la pensano allo stesso modo. Ora che tutto questo lo facciano giornali che sono chiaramente di non matrice cristiana posso comprenderlo, che lo facciano i giornalisti cattolici meno.

Ed è per questo che nella diatriba ancora in atto sulle parole di Papa Francesco contenute nel documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma, è utile anche dare spazio mediatico a chi chiede alla stampa cattolica qualche pronunciamento più chiaro in merito alla questione e soprattutto ribadisce il no all’utero in affitto. È il caso della lettera che 12 omosessuali, cattolici e non, hanno scritto a Vatican News con tanto di firma. La riporto così come è apparsa sul profilo Facebook di Umberto La Morgia, tra i firmatari.

“Noi omosessuali cattolici e non cattolici, ma comunque contrari all’ideologia LGBT+ e all’utero in affitto contro cui ci battiamo con forza in quanto degrado della dignità umana, siamo sgomenti dalle dichiarazioni emerse di Papa Francesco sul tema della famiglia omosessuale: dalla sorta di collage fatto emergere.

Il vostro silenzio non è ammissibile.

Ci aspettavamo in particolare almeno da questa redazione parole chiare vista la sconcertante strumentalizzazione delle parole del Santo Padre. Sono ovunque le reazioni di tripudio di tutto il mondo LGBT, di quelle agenzie della “colonizzazione ideologica” gender che tanto preoccupa il Papa, e sono reazioni contro di noi.

Dopo l’uso e l’abuso di tali dichiarazioni da parte di media, politici ed esponenti di spicco del pensiero laicista e anticlericale ci aspettiamo almeno una rettifica, una delucidazione, un chiarimento.

Gli omosessuali che cercano di vivere eroicamente la sfida del messaggio cristiano ora sono spaesati, non consolati.

E coloro che invece non hanno il dono della fede o che non seguono la totalità dei precetti della Dottrina, ma che comunque hanno ben chiare le laiche e immutabili leggi della vita e della biologia e vogliono difenderle, sono altrettanto sgomenti.

Giusta l’accoglienza di tutti e la misericordia. Ma possibile che non sia pervenuta nessuna parola di ripudio della maternità surrogata o della mondana logica del “figlio a ogni costo”? Siete consapevoli che si sta prestando il fianco alle peggiori ideologie anti-umane a cui il Papa ha espresso più volte contrarietà e ai fautori di leggi liberticide che potrebbero a breve impedire la libera espressione sia del pensiero cristiano che del pensiero autenticamente scientifico, specie in merito a filiazione, genitorialità e identità di genere?

Non ricordate quanto è stato arduo arginare le derive ideologiche e garantire ai bambini il diritto ad avere un padre e una madre quando la legge sulle unioni civili era in approvazione qui in Italia? Qualcuno per caso ha disprezzo del lavoro fatto dal mondo cattolico e dalla società civile in quel periodo e finora per la famiglia naturale?
Parlate chiaro. Esprimetevi.
Lo smarrimento è grande.
Non sono più tempi per diplomazia e mondanità.
Noi ci siamo.
Grazie.

Cordialmente,
Umberto La Morgia
Carlotta Marcianesi
Giorgio Ponte
Lorenzo Liberato
Alessandro Gobbetti
Paolo Olivieri
Marco Travaglio (non il giornalista)
Giovanni Luca Perrella
Pierpaolo Napoli
Tommaso Zarattin
Francesco Padula
Stefano Gibellini”.

Cerchiamo di tirare le fila del discorso. Molti giornali amano presentare la spaccatura in atto sulla questione nel mondo cattolico. Una spaccatura evidente, tanto che mi è molto dispiaciuto per esempio il battibecco in diretta sui social tra Mario Adinolfi e Costanza Miriano, noti esponenti del mondo cattolico che stimo e apprezzo per il grande lavoro che fanno. Me ne rammarico certo, così come vedo il tentativo continuo da parte dei giornalisti di allontanare sempre di più il Papa dalla sua Chiesa, e in questi casi mi piacerebbe che i vescovi si esprimessero maggiormente. Credo anche che sia utile per onestà che pochi hanno evidentemente, dire che le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso non la pensano allo stesso modo su tutto. Anzi, molti di essi, come i firmatari di questa lettera disapprovano e prendono le distanze da chi vorrebbe sdoganare l’utero in affitto e la possibilità da parte di persone omosex di poter adottare un bambino. Repubblica ne parla? No. Corriere della sera? No. Avvenire? No. E qui casca l’asino. Da cattolica mi aspetto di sì. Che venga data voce a chi è in linea con il Magistero della Chiesa. Un atto dovuto alla verità se è ancora questa che muove i fili del giornalismo cattolico italiano. Altrimenti aveva ragione Pansa. È tutto “carta straccia”.


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2 risposte su “La “Carta straccia” del giornalismo cattolico”

Bell’articolo! Ed è molto interessante sapere che molti tra gli omosessuali cattolici ripudiano il concetto dell’utero in “affitto”. I cristiani sono tali quando lo dimostrano e non hanno paura di fronte alle critiche del mondo. Sono d’accordo ci vuole chiarezza e fiducia anche nel Santo Padre.

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