30 ottobre 2020

30 Ottobre 2020

Una vita mai banale

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,1-6)
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano ad osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: “E’ lecito o no guarire di sabato?” Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Il commento

Ed ecco un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare” (14,1). Il brano evangelico comincia con un’espressione che non troviamo nella versione liturgica: “ed ecco” [kaí egéneto]. L’evangelista usa spesso questa introduzione per presentare una scena e sottolineare che sta per accadere qualcosa di speciale (1,5; 141; 1,59; 2,1; 2,6; 2,13…). A prima vista il racconto che oggi meditiamo non presenta niente di straordinario, si tratta di un semplice invito a pranzo. Un fatto che appartiene all’umile quotidiano. E invece, quel giorno nella casa del fariseo accade qualcosa. La presenza di Gesù trasforma tutto in un evento, riveste di novità anche i fatti più abituali. Con Lui la vita non è mai banale né ripetitiva. Quel giorno il Nazareno si reca nella casa di uno dei capi dei farisei, suoi accaniti avversari. L’evangelista annota che lo osservano con molta attenzione (14,1). Ed è comprensibile, lo guardano con sospetto perché lo considerano un nemico della tradizione. Forse anche l’invito è una trappola. E difatti, in quella casa “vi era un uomo malato di idropisìa” (14,2). Il narratore precisa che si pone proprio “davanti a lui”. Un uomo che fa di tutto per farsi vedere. Come mai si trova in quella casa? Forse è venuto di sua iniziativa, sperando di essere guarito o forse è stato invitato dai farisei per vedere se Gesù avesse fatto qualcosa in giorno di sabato. A me sembra più credibile la seconda ipotesi. Il Rabbì sa bene che un suo intervento sarà giudicato contrario alla rigorosa legge del riposo sabbatico ma non si tira indietro; sa bene che il fuoco dell’odio divamperà con maggiore intensità ma non può rinunciare all’opera di salvezza che il Padre gli ha affidato. Non importa il contesto, quell’uomo è malato ed ha bisogno di ricevere una parola di salvezza. Dopo aver inutilmente interpellato i farisei (14,3), fa quello che deve: “Lo prese per mano, lo guarì e lo congedò” (14,4). La guarigione è una carezza di Dio che risana il corpo e il cuore. Chiediamo anche noi la grazia di essere fedeli al mandato ricevuto, anche (e soprattutto) quando le condizioni non sono favorevoli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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