La Santa Sede chiarisce: il Magistero in fatto di matrimonio rimane inalterato…

(Foto: © neneo - Shutterstock.com)

di Ida Giangrande

“Il Papa apre alle unioni omosessuali”, recitava così uno dei titoloni che riportavano la notizia di un documentario contenente alcune dichiarazioni del Santo Padre. Ora la Santa Sede chiarisce la posizione di Francesco e lo fa con una nota rivolta alle Nunziature apostoliche dei cinque continenti. Come mai nessuno ne parla?

Ero accanto al lettuccio di mia nonna cercando di farmi riconoscere da lei che ormai, ultranovantenne, sembra essere lontana anni luce, quando fui improvvisamente raggiunta da una delle notizie “shock” di un noto salottino pomeridiano. 

“Il Papa apre alle unioni omosessuali”, recitava più o meno così il titolo. La cosa mi colse di sorpresa perché, se fondata, quella notizia avrebbe voluto dire modificare il Magistero della Chiesa e non è una cosa che si fa così, su due piedi. Insomma sono andata a verificare la fonte e subito mi sono resa conto che si trattava di un documentario. Non un documento di Francesco né un discorso pubblico, ma un documentario per la precisione “Francesco” del regista Evgeny Afineevsky, in cui spezzoni di parole vengono collegate ad arte per far dire al Santo Padre ciò che non ha detto. 

Sono rimasta in silenzio ad aspettare che qualcuno ci chiarisse le idee ed ecco giunto il momento. In questi giorni i nunzi apostolici sparsi nei cinque continenti hanno ricevuto dalla Segreteria di Stato Vaticana, per espresso desiderio del Pontefice, una lettera circolare con l’indicazione di girare ai vescovi dei Paesi in cui svolgono la loro missione un «breve scritto» che ricostruisce il contesto delle parole del Pontefice. Scopo della nota offrire «alcuni elementi utili, nel desiderio di favorire, per Sua (di papa Francesco, ndr) disposizione, un’adeguata comprensione delle parole del Santo Padre».

Nella nota si ricorda che «oltre un anno fa, rilasciando un’intervista, (per un tv messicana) papa Francesco rispose a due domande distinte in due momenti diversi che, nel suddetto documentario, sono state redatte e pubblicate come una sola risposta senza la dovuta contestualizzazione, il che ha generato confusione».

Ebbene in quella intervista, il Pontefice «aveva fatto in primo luogo un riferimento pastorale circa la necessità che, all’interno della famiglia, il figlio o la figlia con orientamento omosessuale non siano mai discriminati». Per la precisione si legge nella nota: «Le persone omosessuali hanno diritto a stare in famiglia; sono figli di Dio, hanno diritto a una famiglia. Non si può cacciare dalla famiglia nessuno né rendergli la vita impossibile per questo».

A questo proposito la nota cita per esteso un capoverso dell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia (2016) che, al capoverso n. 250, recita così: «Con i Padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare “ogni marchio di ingiusta discriminazione” e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta invece di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita».

Una successiva domanda dell’intervista «era invece inerente a una legge locale di dieci anni fa in Argentina sui “matrimonios igualitarios de parejas del mismo sexo” (“matrimoni egualitari di coppie dello stesso sesso”) e all’opposizione dell’allora Arcivescovo di Buenos Aires nei suoi confronti».

Nella nota si legge che questa frase in realtà venne registrata ma non trasmessa nell’intervista mandata in onda perché non rilasciata alla tv messicana dalla Santa Sede. Ma ricorda che Papa Francesco «a questo proposito ha affermato che: “È una incongruenza parlare di matrimonio omosessuale”, in tale preciso contesto, aveva parlato del diritto di queste persone ad avere delle coperture legali: “Quello che dobbiamo fare è una legge di convivenza civile; hanno diritto di essere coperti legalmente. Io ho difeso questo”».

Per dimostrare che il pensiero del Papa è perfettamente in linea con quanto riportato sommariamente del documentario incriminato, la nota destinata ai vescovi ricorda un’altra intervista di papa Francesco del 2014. In questa intervista il Papa si era così espresso: «Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà».

Dopo questa citazione, la nota vaticana conclude: «È pertanto evidente che papa Francesco si sia riferito a determinate disposizioni statali, non certo alla dottrina della Chiesa, numerose volte ribadita nel corso degli anni».

Orbene, la spiegazione del Papa c’è stata. Il Magistero della Chiesa rimane quello, fermo restando che nessuno, e dico nessuno, ha il diritto di offendere, denigrare o discriminare le persone con attrazione verso lo stesso sesso. Quello che mi domando io è come mai non c’è stata nessuna notizia “shock” ad annunciare l’avvenuto chiarimento? Lo sappiamo che alla televisione di oggi fa piacere sollevare polveroni, ma sarà vero che le parole del Pontefice vengono spesso strumentalizzate ad hoc?




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.