9 novembre 2020

9 Novembre 2020

Dio non apprezza i fragili compromessi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Il commento

Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi” (2,15). Gesù trova nel Tempio gente che vende buoi, pecore e colombe e, seduti, anche i cambiamonete. Ai suoi occhi questo spettacolo appare indecoroso, indegno della sacralità del luogo. Eppure quel mercato faceva parte del culto che prevede appunto il sacrificio di animali (per noi sarebbe come vendere ceri da accendere in chiesa). Anche la presenza dei cambiamonete era necessaria perché la tassa del tempio doveva essere pagata con la moneta giudea e non con quella romana. Tutto sommato, non c’era niente di sconveniente e, comunque, niente di così grave che possa giustificare l’azione violenta compiuta da Rabbi della Galilea. E invece, Gesù va in collera e interviene con estrema durezza, le parole e i gesti sono inequivocabili. Non si limita a denunciare, sia pure con parole severe, chiede di allontanare tutto ciò che fa di quel luogo un mercato: “Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!” (2,16).

Questa pagina consegna ai discepoli un insegnamento sempre attuale. Dinanzi al male non possiamo essere indifferenti e/o limitarci a dire frasi di convenienza. Anche quando non si tratta di cose assai gravi, il giudizio deve essere netto. La narrazione evangelica si riferisce alla santità del Tempio, noi possiamo verificare con sincerità se e cosa profana la nostra vita, quali scelte o gesti ostacolano la presenza di Dio. Ci sono cose che appaiono legittime ma che di fatto offuscano il primato di Dio. Tutto ciò che nasconde o diminuisce l’intensità della luce. Tutto ciò che toglie o indebolisce l’autorità di Dio. Nel Tempio Gesù mostra il volto di un Dio che non apprezza i fragili compromessi, invita a combattere il male con determinazione, chiede di non essere accomodanti e di rifiutare le mezze misure, esige che allontaniamo con decisione non solo quello che si oppone o non favorisce la comunione con Lui. Un itinerario che appare difficile da realizzare ma proprio per questo è bene darsi da fare, cominciando o ricominciando oggi stesso.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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