Vita

Pro life, pro aborto, pro choice quali differenze? Facciamo chiarezza…

di Gabriele Soliani

Nella nostra battaglia per la vita sentiamo spesso parlare di pro life o pro choice ma abbiamo tutti ben chiaro cosa significano questi termini? Proviamo a comprendere bene.

Se da una parte ci sono i pro vita, conosciuti nel mondo come pro life, e dall’altra parte i pro aborto, circa nel mezzo ci sono i “pro libera scelta” conosciuti come “pro choice”.

Fra i pro life ci sono molti cristiani cattolici, ortodossi e di altre confessioni ma anche musulmani, credenti di altre religioni, laici, agnostici e persino atei. A significare che la vita umana dal concepimento è “vita umana” a pieno titolo che la libera ragione riconosce e qualifica come bene intoccabile e non manipolabile. Se le risicate maggioranze parlamentari legiferano pro aborto non vuol dire che sia lecito la soppressione di una vita umana nel suo sbocciare. Infatti, almeno per ora, è contemplata la disobbedienza civile ad una legge che sopprime una vita umana innocente, cioè l’obiezione di coscienza.

I “pro libera scelta” si fanno forti di queste parole: “Io non farei mai l’aborto ma non posso impedirtelo”. Che sotto sotto vuol dire: “Vedi come sono bravo e democratico?”. Cioè non sono come i pro life che parlando di vita umana dall’inizio e facendo vedere immagini del feto vogliono farti venire dei dubbi o degli scrupoli sulle tue scelte abortive e vogliono farti venire dei sensi di colpa per quello che hai fatto. Io sono un vero democratico e ti rispetto per davvero perché rispetto qualunque scelta tu voglia fare.

“Se vuoi tenere il bambino io ti appoggio, se vuoi abortire io ti appoggio”. È questa l’idea, anzi l’ideologia, dei pro choice. Questa posizione della coscienza basata su un cosiddetto “rispetto” delle scelte altrui oggigiorno va per la maggiore. È una specie di “pace con se stessi”. Cioè “fai quello che vuoi”. La legge deve garantirtelo e, dicono i pro libera scelta e i pro aborto, faremo di tutto per lasciarti fare quello che vuoi. Però umanamente vuol dire: “A me non interessa quello che fai. Te la vedrai tu con le tue scelte”. Se vogliamo essere sinceri e andare ancora più in profondità il risultato finale di questa posizione ideologica è: “A me non interessi”. L’esatto contrario del famoso “i care” di don Milani, cioè “mi interessi”. Mi interessa quello che fai, mi stai a cuore, mi interessi tu come persona, sono preoccupato per te, sto male per certe tue scelte, se starai male mi addolora, vorrei aiutarti a non star male, ti voglio indicare una via buona e ti starò vicino anche se tu mi criticherai, non voglio mentire su ciò che è giusto fare.

Fra i pro libera scelta ci sono molti cattolici e questo sembra incomprensibile perché non è possibile dire contemporaneamente “no e sì” all’aborto trincerandosi dietro un cosiddetto “rispetto delle posizioni altrui”. Dimenticando tragicamente la vita nascente nel grembo materno che non è esente dal diritto primario di vivere e di venire “al mondo” con il parto materno, come per ciascuno di noi è avvenuto.

È incomprensibile come per un battezzato nella fede cattolica possa essere ammesso l’aborto legale (regolamentato come dicono loro) per “rispetto altrui”, che poi in realtà psicologicamente ed umanamente non è un vero rispetto. Di fatto la mentalità del “diritto all’aborto” è diventato un’onda inarrestabile. I pro life lo dicevano e lo dicono ai pro choice, ma sembra che non capiscano. I loro voti parlamentari hanno contribuito alle leggi pro aborto. Chi ha incontrato donne che soffrono per un aborto volontario sa cosa vogliono dire le parole: “Perché nessuno me l’ha detto? Perché non ho incontrato qualcuno che mi aiutasse?”.

I pro life sono quelli del “sì sì, no no”. Non è una posizione oscurantista né opprimente ed è indicatore di personalità coerente e non addomesticata. Anche agli abortisti è utile perché in fondo in fondo sanno benissimo di cosa stiamo parlando.




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