Utero in affitto: a Bruxelles un festival annuale nonostante il Senato si sia schierato contro…

utero in affitto

di Chiara Chiessi, Universitari per la Vita

Si è tenuto il 7 e l’8 novembre il “Men having babies”, la fiera dell’utero in affitto per coppie omosessuali. Il Senato aveva già espresso la sua contrarietà e anche la Convenzione internazionale dei diritti de bambino aveva fatto lo stesso. Come mai non importa a nessuno?

Il Covid non è riuscito a fermare la fiera dell’utero in affitto a Bruxelles, ovvero l’evento Men having babies, previsto per il 7 e l’8 novembre 2020, in cui “coppie di omosessuali potranno incontrare, seppur virtualmente causa Coronavirus, gli operatori del settore e scegliere le proprie gestanti tramite veri e propri cataloghi”. Il programma dell’evento virtuale comprende sessioni con esperti medici, legali e consigli pratici per coppie omosessuali europee che hanno deciso di comprare un bambino.

Il festival dell’utero in affitto continua a svolgersi a Bruxelles, come se niente fosse, ogni anno, nonostante il Senato si sia pronunciato nel 2015 esprimendo contrarietà a questa pratica barbara e dopo aver anche firmato, nel 1989, la Convenzione internazionale dei diritti del bambino, in cui è chiaramente affermato che “ogni bambino ha diritto a conoscere i suoi genitori ed essere cresciuto da loro”.

Paradossalmente, lo stesso mondo femminista si è schierato più volte contro l’utero in affitto, in quanto contrario alla stessa salute e dignità della donna (ed aggiungiamo noi anche e soprattutto a quella del bambino trattato come merce di acquisto).

In un’Europa che si dichiara attenta ai diritti dei più piccoli, si assiste a questo festival in cui avviene una vera e propria compravendita di minori: nelle foto che girano sul web si vedono queste coppie di omosessuali che sfogliano cataloghi in cui sono riportate le immagini delle madri che dovranno affrontare la gravidanza, al termine della quale i bambini verranno acquistati da queste coppie.

I prezzi dei bambini oscillano e vanno dai 95mila euro fino ai 165mila e comprendono veri e propri “pacchetti” con sostegno psicologico, assistenza legale, soggiorno, hotel voli ecc…

Insomma soddisfatti o rimborsati? Sicuramente questo non vale per la madre e per il bambino, vittime di questa barbarie. Nella nostra Europa in cui si parla tanto di diritti, la schiavitù è ormai sbandierata.




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