14 novembre 2020

14 Novembre 2020

Beni di prima necessità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Il commento

Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi” (18,1). Con questa parabola Gesù non solo chiede di pregare con perseveranza e fiducia ma offre anche i motivi e i contenuti della preghiera. Mi soffermo solo sul primo aspetto. Pregare non è un capitolo del fare ma è una dimensione peculiare della persona umana. Appartiene perciò ai beni di prima necessità. E difatti, nella pur variegata storia dell’umanità la preghiera è presente in ogni luogo e in ogni civiltà perché è impossibile evitare la domanda sul Mistero che avvolge l’umana esistenza. La risposta non è univoca, possiamo chiamare Dio con nomi diversi ma in tutti c’è il bisogno di riconoscere la presenza di una realtà che ci precede e ci supera. La preghiera è il filo invisibile che unisce Cielo e terra, l’espressione visibile di quella perenne ricerca di Dio insita nel cuore dell’uomo. Gesù chiede di “pregare sempre”: la vedova è l’immagine della Chiesa che bussa ostinatamente alla porta della giustizia con la forza della fede. Il Signore chiede una preghiera che sia capace di sfidare ogni rifiuto e una fede capace di chiedere anche quello che sembra umanamente impossibile. E infine, ma questo è più difficile a dirsi, una fede che tiene aperta la porta anche quando Dio tarda a venire, anche quando il Cielo non risponde alla nostra supplica. La preghiera diventa così segno e fonte della speranza.

Con la semplicità dei veri contemplativi Teresa d’Avila (1515-1582) spiega che la preghiera “altro non è che una maniera amichevole di trattare, nella quale ci troviamo molte volte a parlare, da solo a solo, con Colui che sappiamo che ci ama”. Citando queste parole, Paolo VI afferma questo insegnamento è ancora più urgente e valido nella nostra epoca perché “si va perdendo non solo il costume del colloquio con Dio, ma il senso del bisogno e del dovere di adorarlo e d’invocarlo” (Omelia, 27 settembre 1970). Nella scia di queste grandi testimoni, chiediamo anche noi la grazia di fare della preghiera il nostro quotidiano colloquio con Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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