16 novembre 2020

16 Novembre 2020

Prendere per mano

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,35-43)
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Il commento

Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui” (18,40). Non è un racconto di guarigione ma l’annuncio di quella conversione che nasce dall’incontro con Gesù, una conversione che riguarda tanto il cieco quanto la folla. In primo piano ovviamente c’è il cieco che grida con tutte le forze (18, 38-39). Non chiede educatamente ma con un’insistenza che confina nell’invadenza. Chiede con la stessa tenacia della vedova (18, 2-6). Sembrava spacciato, la numerosa folla gli impediva di arrivare fino a Gesù. E invece riesce ad avvicinarsi, entra nello spazio del colloquio confidenziale (38,40). Ma non può fare questo cammino da solo. C’è un passaggio da sottolineare: quando Gesù ordina alla folla di condurre il cieco. Il verbo [keleúô] non lascia spazio ad equivoci: la parola di Gesù suona come un comando che vince le resistenze dei discepoli. Questo dettaglio permette di sottolineare la conversione della gente. All’inizio la folla appare infastidita e impone al cieco di tacere; ma, quando il grido dell’uomo arriva a Gesù, il Nazareno chiede con autorità che di accogliere quella supplica. Mi pare di vedere i discepoli, gli stessi che prima avevano ammonito con parole severe il pover’uomo, ora lo prendono per mano e lo conducono a Gesù. La conversione nasce dall’ascolto docile. Abbiamo il diritto di avere le nostre idee, frutto dell’esperienza e della sensibilità, ma quando Gesù parla, dovremmo avere il coraggio di abbandonare i nostri pensieri e obbedire senza alcun indugio. 

Il cieco non vede, può accostarsi a Gesù solo grazie all’aiuto della gente. Non è un dettaglio marginale. La Chiesa ha bisogno di maestri che annunciano la Parola con chiarezza ma anche di educatori che sanno prendere per mano i battezzati, piccoli e grandi, e condurre all’incontro personale con il Signore. Devono farlo con la consapevolezza che questo è il primo e più importante ministero. Oggi preghiamo in modo particolare per i genitori, il cui compito educativo appare sempre più difficile ma, proprio per questo, sempre più decisivo per custodire e nutrire la fede dei figli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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