17 novembre 2020

17 Novembre 2020

Senza rischiare nulla

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Il commento

Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (19,5). Le parole di Gesù scatenano in Zaccheo un imprevedibile tsunami emozionale. Quando ha deciso di andare sulla strada per vedere il Rabbì di Nazaret non poteva certo immaginare che, tra tanta gente che lo acclamava e avrebbe fatto carte false per avere l’esclusiva, Gesù avesse guardato proprio a lui. Più tardi, quando accoglie Gesù nella sua casa non sta più nella pelle. Gli altri guardano con diffidenza il Nazareno, anzi giudicano quella scelta un passo falso, un’ulteriore conferma che non parla il linguaggio di Dio, non scaglia i fulmini del giudizio contro un pubblico peccatore. Zaccheo invece si sente onorato perché può ospitare un uomo di Dio, un uomo che gli fa nuovamente intravedere Dio. La presenza di Gesù nella sua casa non può restare un rivestimento esteriore, non è una foto da appendere in casa, come fanno i ristoratori quando ricevono le visite dei vip. Quella visita lo scuote profondamente, gli permette di rivisitare la sua vita e di misurare gli errori. Il pentimento si traduce immediatamente in un impegno: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (19,8). Assume un impegno scriteriato. Zaccheo è un uomo che sa contare bene i soldi – è il suo mestiere! – ma in quel momento ha perso il senso della misura. In effetti, non è facile dare la metà del suo patrimonio ai poveri e, al tempo stesso, restituire con gli interessi quello che ha rubato. È probabile che neppure lui si rende conto di quello che dice. Ma è proprio questo il segno della fede.

Vi sono battezzati convinti di avere una fede matura, vivono con responsabilità, cercano di fare la propria parte ma senza sussulti e senza passione. E soprattutto… senza rischiare nulla. E vi sono altri battezzati che, sapendo di non corrispondere appieno alle attese di Dio, invocano ogni giorno lo Spirito per non restare confinati nei sentieri della pacata ragionevolezza, chiedono la grazia di vivere tutto con quella generosità audace che può nascere solo dall’aver sperimentato la misericordia di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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