18 novembre 2020

18 Novembre 2020

Il ddl Zan: nelle scuole sarà una sconfitta senza precedenti!

C’è la pandemia, ci sono famiglie in ginocchio, guerre tra popoli, bambini che muoiono in mare, povertà dimenticate in altri Paesi del mondo perché l’Occidente ora deve occuparsi del coronavirus e noi italiani cosa facciamo? Siamo intenti a discutere di un progetto di legge contro l’omotransfobia, il ddl Zan già approvato dalla Camera e ora al vaglio del Senato. Mentre scrivo anche il mio computer si rifiuta di accettare l’argomento tanto che mi evidenzia la parola omotransfobia in rosso. Non ha suggerimenti da darmi per la correzione perché semplicemente questa parola non esiste nel vocabolario, non esiste nella cultura umana ed è solo uno dei tanti neologismi studiati a tavolino da una ideologia che vuole a tutti i costi prevedere sanzioni di carattere penale su un’emergenza che non è affatto tale. Si vedano i dati statistici per cortesia, senza dare credito a quello che i giornalisti invece decretano come la grande battaglia di civiltà di questi anni. Non esiste nessuna emergenza omofoba in Italia. Quei pochi casi che vengono sbandierati continuamente sono solo strumentalizzati per ingraziarsi l’opinione pubblica. Altre sono le discriminazioni reali da combattere e con numeri decisamente maggiori. Per punire le discriminazioni di genere, la Legge italiana ha già tutti gli strumenti normativi!

Detto questo, mi irrita moltissimo tornare sull’argomento ed essere costretta ad evidenziare delle derive davvero preoccupanti che il disegno di legge Zan se approvato dal Senato, potrebbe comportare. Lo farei più volentieri se ci fossero termini di confronto, se ci fosse la possibilità di un dibattito a viso aperto, pacato che tenga conto delle opinioni altrui e si cercasse una soluzione condivisa. Invece no. Anzi, ho l’impressione che i sostenitori di Zan e company, vogliono esasperare questa distanza, spingerci sul terreno dell’opposizione più aspra in modo da eliminare del tutto la possibilità di un reale confronto. Nella smania della personalizzazione della politica, preda di ristrette oligarchie (quasi sempre ossequiose verso il capo di turno), abbiamo assistito alla caduta di senso e allo snaturamento delle identità anche dei partiti. A questa perdita di senso si è accompagnata la cancellazione di quegli essenziali processi di formazione che pure erano alla base della selezione delle classi dirigenti, in una articolazione di forme fra loro differenti. Si pensi alle scuole di partito, ai luoghi associativi dove il dibattito sui valori e sui principi non era mai casuale, al pensiero speculativo che fioriva nel mondo intellettuale. Anche qui, poi, è avvenuta una cesura netta. La conseguenza? Una certa lobby, decisamente in minoranza, ha intercettato questa crepa e si è insinuata con intelligenza e perspicacia fino a sedere tra le poltrone che contano e qui imporre le loro idee.

Un esempio molto recente è la mozione, approvata il 3 novembre dal Consiglio comunale di Torino su proposta della maggioranza 5 Stelle, con cui si chiede al sindaco Chiara Appendino di creare un’attività di formazione, addirittura permanente, sull’ideologia gender, per i docenti. La legge Zan non è stata ancora approvata e i grillini si portano avanti sacrificando i bambini davanti all’altare della ideologia arcobaleno. Qui davvero siamo al delirio. Un conto è impedire la discriminazione, un conto è, come vorrebbe il sindaco, dire ai bambini che non esistono mamma e papà ed educarli al genere fluido compromettendo fortemente la libertà educativa delle famiglie. Se questa mozione verrà approvata, mi chiedo: chi dirà alle famiglie che i loro figli saranno sottoposti a veri e propri lavaggi di cervello da insegnanti a loro volta minuziosamente indottrinati? Certo qualcuno potrebbe rispondermi che sono proprio i genitori a favorire questa formazione culturale che vada in questo senso ma per chi, conservando un po’ di sale nella zucca, non è d’accordo come si fa? I genitori saranno liberi anche nelle strutture pubbliche di scegliere i loro insegnanti e non sottoporre i propri figli a questo indottrinamento? In che modo la libertà educativa delle famiglie è tutelata?

Sono domande doverose perché nei prossimi anni se si prevedono questi scenari, ci sarà da lottare e non poco se vogliamo tutelare i nostri figli. Con la totale assenza di onestà intellettuale, combattiamo a mani nude e senza sostegni reali nei partiti che dovrebbero tutelare i nostri valori. Deve essere chiaro per tutti: le violenze, le discriminazioni di qualsiasi natura sono già punite da nostro ordinamento. Il ddl Zan è un’operazione culturale, serve a modificare, cambiare, la percezione sociale dei comportamenti omoerotici. Chiaramente la rivoluzione culturale deve partire dal basso, modificare le menti dei più piccoli, la classe dirigente di domani. Siamo pronti come genitori a tutto questo? Siamo pronti a mandare i nostri figli nelle scuole pubbliche dove come soldatini saranno preparati a conquistare altre fette di potere?

Sarà una debacle senza precedenti. Io spero tanto di non esserci.


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