CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

I sicari della vita. Parole durissime di Papa Francesco…

30 Novembre 2020

Papa Francesco

“È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?” così il Santo Padre in una lettera ad un gruppo di donne argentine riferendosi all’aborto. Come mai nessuno ne parla? Abbiamo forse paura di perdere il nostro posto nella stanza dei bottoni?

Poche parole, scritte di suo pugno, un durissimo j’accuse che papa Francesco rivolge a i sostenitori dell’aborto. È una lettera che pochi giorni fa il Pontefice ha inviato a Victoria Morales Gorleri, una parlamentare cattolica argentina che, a nome di un gruppo di donne dei quartieri poveri di Buenos Aires, aveva inviato al Santo Padre un appello per chiedere un sostegno nella battaglia contro l’aborto. La risposta non si è fatta attendere: dopo aver scritto che ammira il lavoro e la testimonianza di queste donne, dopo averle ringraziate per tutto quello che fanno, invitandole a continuare, arrivano le parole più dure, quelle che nessuno si aspetta di udire da un Papa che i mezzi di informazione hanno da tempo catalogato come “progressista”. Scrive infatti: 

“E quanto al problema dell’aborto, bisogna tenere presente che non si tratta di una questione primariamente religiosa ma di etica umana, anteriore a qualsiasi confessione religiosa. E fa bene a porsi le due domande: è giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?”. 

Sono parole fin troppo chiare, nessun equivoco è possibile. Non si può neppure tentare di sminuire il significato etico e il valore politico. L’Argentina si prepara a varare una legge che offre il pieno riconoscimento giuridico e un totale sostegno sociale all’aborto. Il Papa dunque non teme di intervenire mettendo sulla bilancia del dibattito pubblico il peso della sua autorità morale e religiosa. Da una parte conferma l’impegno dei vescovi e dall’altra incoraggia i laici a non rassegnarsi dinanzi ad una cultura che pensa di risolvere i problemi sopprimendo la vita dei bambini. 

Con un linguaggio poco diplomatico, il Papa definisce “sicario” chi compie l’aborto. Si riferisce certamente ai medici ma, allargando l’orizzonte, possiamo anche includere tutti coloro che a vario titolo contribuiscono a promuovere l’aborto. E sono tanti. 

Parole certamente imbarazzanti per quella cultura che ha fatto dell’aborto uno dei diritti fondamentali della nuova civiltà, quella che pretende di riscrivere i valori della convivenza sociale. È difficile infatti trovare tracce di questa lettera sui principali quotidiani italiani. In questi casi scatta la regola del silenzio/dissenso: per non parlare male del Papa, meglio tacere, far finta di niente. Tace Vatican insider, il dossier della Stampa solitamente prodigo di notizie su quel che avviene in Vaticano e dintorni. Solo ieri Repubblica ha pubblicato un commento del vaticanista che prende chiaramente le distanze ma senza calcare troppo la mano. Come se quella lettera fosse un incidente di percorso, un errore che possono commettere anche i grandi campioni. 

Sono parole che imbarazzano anche una parte consistente del mondo cattolico, quello che non si occupa più, se non in rare occasioni, delle questioni relative al diritto alla vita. Famiglia cristiana e Avvenire non riportano affatto questa notizia. Appare forse scontata e non degna di avere il primo piano. Non è così. Il diritto all’aborto è uno dei dogmi del laicismo, una questione sulla quale il Potere non transige. Chi condanna l’aborto perde diritto ai privilegi – ne sa qualcosa la Polonia! – viene estromesso dalla stanza dei bottoni, viene additato come un reprobo e un oscurantista. Senza parlare delle accuse di anti-femminismo. Insomma, è una vera feccia dell’umanità. La paura di trovarsi contro il potere spinge tanti, anche all’interno del mondo cattolico, a tacere. In fondo, pensano, si tratta solo di feti abortiti… 

Madre Teresa non aveva alcun timore, non solo condannava l’aborto in ogni circostanza ma criticava apertamente anche i politici che appoggiavano l’aborto. Alla fine degli anni ’70 scrisse al premier indiano Desai: 

“Lei ha autorizzato l’aborto e ciò ha seminato l’odio nella Nazione. Se una madre, infatti, può uccidere il proprio figlio, perché non possiamo uccidere gli altri, coloro che ci danno fastidio? Mi pare che Lei non si renda conto del male che l’aborto sta provocano al suo popolo. […] Signor Desai: forse, tra poco Lei si troverà faccia a faccia con Dio. Non so quale spiegazione potrà dargli per aver distrutto la vita di tanti bambini non nati, ma sicuramente innocenti, quando si troverà davanti al tribunale di Dio, che la giudicherà per il bene fatto e per il male provocato dall’alto della sua carica di governo”.

Quando si tratta di custodire il bene inestimabile della vita, non dobbiamo temere di usare parole chiare. La testimonianza di questa piccola donna, che ha dedicato la vita ai più poveri dei poveri, è una traccia luminosa. Impegniamoci a tenere accesa questa luce.




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1 risposta su “I sicari della vita. Parole durissime di Papa Francesco…”

Grazie don Silvio.
E’ doloroso dirlo ma è stato grazie ai voti dei cattolici che la legge sull’aborto è passata. Infatti senza il loro appoggio non avrebbe avuto la maggioranza. E così in molti altri Paesi. La stessa situazione per il divorzio, e ora per il gender. E pensare che il filosofo non credente Norberto Bobbio era ….pro life.

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