
Servite Domino in laetitia
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,21-24)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Il commento
“Esultò di gioia nello Spirito Santo” (10,21). Tutto il Vangelo di Luca è un annuncio di quella letizia che scaturisce dal venire di Dio nella storia degli uomini. Nella casa di Zaccaria la Vergine Maria canta la sua fede nel Dio d’Israele che sceglie gli umili per compiere i suoi prodigi (1,52). Nel momento in cui vede i primi timidi germogli di quell’annuncio che arriverà a tutti i popoli, Gesù rende lode al Padre che dona ai piccoli la gioia di partecipare alla sua opera di salvezza (10,21). Siamo abituati a pensare Gesù come colui che annuncia la Parola e guarisce i malati, istruisce i discepoli e discute con i farisei. Ai nostri occhi appare come una persona seriosamente impegnata a svolgere il ministero che gli è stato affidato. Il brano evangelico che oggi meditiamo offre un’immagine inedita: mostra il volto lieto e esultante del Nazareno. Il verbo [agalliáō] fa pensare ad una persona che sussulta, come uno che danza. Non è una gioia emozionale ma dono dello Spirito. La lode germoglia in un cuore abitato dalla grazia
Gesù sa bene che l’annuncio del Vangelo non troverà accoglienza presso i dotti e i sapienti; e sa pure che tanti cercheranno di soffocare la Parola. Tutto questo può genera amarezza, forse inquietudine, ma non toglie la lode. Ci sono situazioni in cui ci sentiamo prigionieri delle preoccupazioni ma non diamo spazio all’ansia, non facciamo entrare l’agitazione, non cadiamo nella disperazione. anzi, anche in questi momenti ci impegniamo a lodare Dio per tutto che compie. La fede dona l’intima certezza che ogni vicenda diventa luminosa se la guardiamo con gli occhi di Dio. Contemplando Gesù che rende lode al Padre, oggi chiediamo la grazia non solo di custodire la speranza ma di cantare la gioia della fede anche se dobbiamo affrontare difficoltà piccole e grandi, anche se abbiamo parecchi motivi di tristezza. Chi ha coscienza di essere figlio di Dio non perde la pace. Mai. “Jubilate Deo, omnis terra. Servite Domino in laetitia”: mi pare una buona regola per fare della vita una buona notizia.
Un commento to “Servite Domino in laetitia”
1 Dicembre 2020
Mariaconcetta Di LecceLa gioia del Signore non può essere che condivisa con umiltà.