
Il grido dei profeti
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,1-8)
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Il commento
“Viene dopo di me colui che è più forte di me” (1,7). Giovanni Battista ha ricevuto il compito di unire l’antico e il nuovo patto, è una figura maestosa eppure si presenta con umiltà. È il più grande dei profeti, eppure sceglie di restare nell’ombra, si presenta semplicemente come uno che prepara la strada a Colui che viene a compiere le promesse. Dinanzi a lui Giovanni si sente così piccolo da non poter neppure slegare i legacci dei suoi sandali. L’umiltà non toglie l’autorità della sua persona e delle sue parole. Giovanni parla in nome di Dio, per questo proclama a voce alta la parola che ha pazientemente raccolto negli anni del deserto. È rimasto a lungo in silenzio, per questo ha qualcosa di nuovo da dire. È rimasto nell’ombra per donare a tutti la luce. Non si nutre delle chiacchiere degli uomini, quelle che risuonano nei mercati popolari e nei palazzi del potere. Ha scelto di vivere nel deserto per cercare e accogliere quella parola che viene da Dio. È un’antenna dello Spirito, per questo ha la capacità di guardare più lontano. La certezza che porta nel cuore non è frutto di ragionamenti umani ma è dono che viene dall’alto. E difatti, il Battista non dice che il Messia viene – questa convinzione era piuttosto diffusa – ma annuncia che la sua venuta è ormai prossima, anzi stando al Quarto Vangelo, dichiara che è già venuto: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” (Gv 1,26).
Stanca delle chiacchiere, la gente corre da Giovanni perché vuole sentire parole che hanno il sapore di Dio. Se vogliamo ricevere parole nuove, dobbiamo avere il coraggio di andare nel deserto. Non accontentiamoci delle opinioni mutevoli e spesso interessate degli uomini, chiediamo la grazia di cercare la verità di Dio. Accogliamo l’invito di Giovanni a “preparare la via” (1,3). Se vogliamo accogliere il Signore che viene non basta fare qualche opera buona, prepariamoci a fare della nostra vita la sua stabile dimora. Oggi vi invito a pregare con Teresa di Lisieux: “Mio Amato, in me vieni a vivere! La bellezza tua m’affascina: ti prego, vieni e in Te trasformami!” (P 25, 8).
Nessun commento per “Il grido dei profeti”