BRICIOLE diBriciole di Vangelo - Avvento

13 dicembre 2020

13 Dicembre 2020

Grande perché umile

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Il commento

Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce” (1,7). Il prologo del Quarto Vangelo (1, 1-18) non è una semplice introduzione ma offre disegna un quadro complessivo della storia salvifica che trova il suo inizio in Dio, principio di ogni cosa; e il suo compimento in Gesù Cristo, dal quale tutti abbiamo ricevuto “grazia su grazia” (1,16). In questa cornice così solenne l’evangelista inserisce anche la testimonianza di Giovanni Battista. In questo modo sottolinea l’inestimabile valore della missione affidata al figlio di Zaccaria. Egli appare grande e umile nello stesso tempo. Anzi, grande proprio perché umile. La grandezza di Giovanni è tutta racchiusa nel fatto che egli è solo il testimone di quella luce che risplende nella persona e nelle opere di Gesù. Egli appare sulla scena del mondo solo per dire che un Altro sta per venire. È questa la sua carta d’identità. Giovanni non solo è pienamente consapevole del suo ruolo ma si trova a suo agio negli abiti del Precursore. Alle autorità religiose, che gli chiedono conto della sua predicazione, si presenta semplicemente come “voce di uno che grida nel deserto” (1,23). 

Si tratta senza dubbio di una voce profetica, una voce che parla con l’autorità di Dio, una voce che annuncia il compimento della storia salvifica. Ma pur sempre una voce che grida e poi … scompare per lasciare posto a Colui che viene. Giovanni non si serve di Dio per guadagnare consenso né usa i doni di Dio per accreditare se stesso ma vive totalmente al servizio di quella storia che Dio costruisce lungo i secoli. Tutto il contrario di quella tendenza a mettersi al centro della scena che appartiene istintivamente ad ogni uomo e non risparmia nemmeno gli uomini di Chiesa. L’orgoglio è sempre in agguato e spesso si ammanta di buone intenzioni. Si tratta invece di un peccato grave, specie quando diventa lo stile abituale del vivere. L’orgoglio non solo ci allontana da Dio ma allontana Dio perché il Signore non può darci i mattoni per costruire la casa dell’io, non è complice della nostra vanità. Sulle orme del Battista chiediamo la grazia di essere umili testimoni della luce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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