di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,67-79)
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».
Il commento
“Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo” (1,68). La grazia dello Spirito dona a Zaccaria di leggere la storia con occhi nuovi, nella cronaca quotidiana egli individua i segni che la storia di Dio è giunta al suo compimento, l’attesa è finita. Nelle prime parole c’è tutta la fede di un uomo che negli umili segni della sua storia familiare vede l’opera potente che Dio realizza nella storia d’Israele. E annuncia non ciò che avverrà in un futuro ancora ignoto ma ciò che si compie nell’oggi. I verbi sono all’aoristo, indicano un’azione passata: il levita non si limita a dire che Dio è pronto a realizzare le antiche promesse ma, con quella certezza che solo la fede può dare, proclama che lo ha già fatto. Non vede ancora nulla se non quel piccolo bambino eppure annuncia che siamo stati “liberati dalle mani dei nemici” e possiamo finalmente “servire Dio in santità e giustizia” (1,74). Tutto deve ancora avvenire ma la fede non attende di vedere con gli occhi della carne ma dà alla ragione uno sguardo di speranza.
Ogni giorno, con le parole di Zaccaria, manifestiamo la fede in quel Dio che “ci visiterà un sole che sorge dall’alto” per orientare i passi dell’umanità sulla via della pace (1, 78-79). Il credente vive continuamente in attesa: quel Dio che è venuto nella carne, viene ad abitare il nostro presente e verrà a rivestire di gioia il nostro futuro. La nostra attesa è sempre colma di speranza. Viviamo con lo sguardo sempre rivolto al Cielo, perché da Dio attendiamo tutto ciò che serve per dare compimento alle nostre speranze. L’attesa di Dio non esclude l’impegno terreno, al contrario lo incentiva: cerchiamo di fare tutta la nostra parte, mettiamo le nostre capacità a servizio del Regno. Siamo chiamati a fare tutto il possibile – e anche l’impossibile – senza dimenticare che siamo figli di un Padre che non si stanca di colmare di bene e di beni la nostra vita. Oggi è un giorno speciale, chiediamo la grazia di non disperderci in tante chiacchiere ma di metterci in ascolto. Questa notte verranno angeli per dire a tutti, ancora una volta, che il Salvatore è nato.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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