26 dicembre 2020

26 Dicembre 2020

Le parole da dire

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,17-22)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà persevereto fino alla fine sarà salvato».

Il commento

 “Non preoccupatevi di come e di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire” (10,19). Il calendario liturgico contiene un implicito messaggio: chi riconosce che Dio si è fatto uomo per amore dell’uomo, ha il dovere di annunciarlo, mettendo a disposizione del Vangelo tutte le sue risorse, se necessario anche la vita. Gesù chiede ai discepoli di non appoggiarsi sulle parole umane ma sulla forza dello Spirito che, a tempo debito, suggerirà le parole da dire: “non siete voi a parlare ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (10,19). Negli Atti leggiamo che “Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo” (At 6,8). Chi pensa di testimoniare la fede attraverso le cose che ha imparato o di resistere alla cultura di questo mondo con le idee più raffinate della riflessione teologica, è sconfitto in partenza. Solo chi abitualmente cammina nei sentieri dello Spirito potrà offrire una buona testimonianza. La prima parola che dobbiamo proclamare è quella di una vita tutta infiammata dall’amore di Dio, una vita che profuma di Dio. Non basta dire a parole che siamo dalla parte di Dio, vogliamo mostrare con i fatti che lo Spirito Santo illumina e forgia il nostro vivere. In fondo, testimoniare significa semplicemente manifestare che tutto ciò che siamo e facciamo dipende da Lui.

Contemplando la vicenda di Stefano, verifichiamo con sincerità se davvero collaboriamo con lo Spirito di Dio. Molti cristiani si accontentano di essere onesti cittadini. Un vero discepolo si preoccupa di annunciare che senza Dio l’uomo non scopre mai la pienezza. È questa la testimonianza coraggiosa che tutti sono chiamati a dare, senza temere le avversità e la fatica. L’apostolo Paolo offre una buona regola di vita: “Io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna” (2Tm 2,10). È questa la fede che oggi chiediamo, una fede audace e coraggiosa, una fede che si misura con il desiderio di seminare ovunque la parola del Vangelo, con la certezza che quella Parola dona vita al mondo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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