
CORRISPONDENZA FAMILIARE
L’accoglienza della vita oltre l’amore istintivo
11 Gennaio 2021

Quante coppie desiderano un figlio e ogni mese si scontrano con la delusione che la notizia che aspettano con ansia non arriva? Don Silvio invita a guardare oltre l’amore istintivo e a percorrere i sentieri della gratuità allargando il cuore per far entrare la luce della fede.
Cari amici,
comprendo bene la situazione che state vivendo, è un passaggio assai delicato della vostra vita coniugale, avevate sognato tanti bambini e vi trovate in una casa ancora vuota. La delusione è cocente. L’amore che vi unisce è ben solido ma… non basta, il cuore cerca altro. Avete perfettamente ragione. Per sua natura, l’amore coniugale è il grembo della vita, non è la meta ma la premessa del viaggio, è solo l’inizio di quella grande avventura che trova nell’accoglienza dei bambini il suo legittimo compimento.
La difficoltà che dovete affrontare oggi vi appare come un muro insormontabile. Vi prego, non lasciate spazio allo scoraggiamento e non cercate le facili scorciatoie che vi offre la scienza medica. Le cliniche che fabbricano la vita umana sono in costante aumento e così pure i profitti di coloro che le gestiscono. Nessuno si preoccupa più di curare l’infertilità e neppure di capire le cause che determinano un aumento esponenziale di questo fenomeno. Tutti invece sono pronti a dare il figlio che desideri. Prezzi modici. Attenti alle sirene seducenti di questa presunta scienza che accarezza e illude. Restate aggrappati alla saggezza della Chiesa che propone vie certamente più faticose ma rispettose dell’intrinseca dignità che appartiene ad ogni persona.
La vita di una coppia di sposi è naturalmente orientata alla fecondità. La prima forma, quella più ordinaria, passa attraverso la corporeità dell’amore. Non dimenticate però che parallelamente c’è anche la generazione spirituale, non meno feconda e non meno importante. È la via specifica delle persone consacrate. E infine, c’è anche la possibilità di accogliere con amore i figli della Provvidenza. Quest’opzione non dev’essere pensata come un triste ripiego, una dura necessità di chi, non potendo raggiungere la vetta, si ferma a metà strada. Se tutti siamo fratelli, tutti siamo anche figli, senza distinzioni. Figli di un Dio che di tutti si prende cura e desidera che tutti abbiano una famiglia in cui crescere.
Troppo spesso invece facciamo distinzioni. L’istinto della carne prevale sulla coscienza etica e mette fuori gioco la fede. I figli sono tutti uguali, diciamo spesso. È vero, ma alcuni… sono più uguali degli altri. Duemila anni fa Gesù ha cercato di scuotere la coscienza religiosa dei credenti, chiedendo di andare oltre le leggi della natura più istintiva: “Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? […] Se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario?”. Con le stesse parole potremmo dire: se accogli solo i figli che puoi generare attraverso la carne, cosa fai di straordinario? Se ragioniamo allo stesso modo di quelli che non hanno ricevuto la gioia della fede e che non sono stati educati secondo il Vangelo, veniamo meno al dovere di dare quella testimonianza di cui il mondo ha particolarmente bisogno per riscoprire la dignità della persona.
Capisco benissimo che il desiderio di generare nella carne è il naturale completamento dell’atto unitivo e comprendo che il desiderio di avere figli che portino il proprio codice genetico appartiene alla dimensione più intima di noi stessi, fa parte di quel codice di umanità non scritto ma realmente presente in ciascuno di noi. Non c’è genitore che istintivamente non desideri vedere nei figli, anche nelle fattezze fisiche, qualcosa di sé.
Tutto questo è legittimo ma appartiene alla dimensione più istintiva e rappresenta perciò un ostacolo che non fa emergere l’umanità nella sua versione più completa, quella che Dio ha scritto nel DNA spirituale. Se restiamo legato all’amore istintivo, non saremo in grado di perdonare chi ci ha offeso né saremo veramente disposti a consumare la vita per l’altro. A ben vedere, è proprio il trionfo di questo amore istintivo che porta tanti sposi a incamminarsi con superficiale ingenuità l’avventura nuziale e poi venir meno, scaricando sui figli i danni collaterali della separazione. È questo amore istintivo che porta una famiglia a chiudersi nel proprio guscio senza partecipare attivamente al disagio presente nella vita sociale, senza rinunciare al proprio benessere per venire incontro alle necessità altrui.
L’amore istintivo è solo il primo gradino di quella graduale apertura all’altro, agli altri, che trova nella carità il suo vertice. Appare ed è legittimo, attenti però: questo amore non solo non è esaustivo ma rischia di diventare una prigione dorata, dà l’impressione di aver fatto tutto il possibile e invece abbiamo solo compiuto il primo passo.
Siete giovani e carichi di speranza, allargate il cuore e fate entrare la luce della fede. Con la grazia di Dio cercate di affrontare questo evento non con l’angoscia di chi a tutti i costi vuole raggiungere un traguardo, ma con la serena fiducia di chi lascia che sia Dio a scrivere le pagine della vita. Negli eventi della vita Dio nasconde sempre il bene, non c’è emergenza in cui non ci sia anche una provvidenza.
Chiedete allo Spirito Santo di cambiare e fortificare il vostro cuore, lasciategli la libertà di fecondare i vostri pensieri e di plasmare le vostre attese. Solo così troverete pace. In caso contrario, ve lo dico con grande affetto, le difficoltà alimenteranno una sorda frustrazione che alimenterà la tristezza e susciterà scelte poco avvedute.
Vi scrivo queste cose per allertare il cuore ed evitare che la tempesta possa sorprendervi. È mio dovere dirvi le parole più giuste, quelle che sono in sintonia con la verità che la Chiesa insegna. Vi affido alla grazia di Dio perché vi conceda l’umiltà per accogliere queste parole e il coraggio per incamminarvi nei sentieri della carità più gratuita. Accogliete anche il mio abbraccio affettuoso e sincero.
Don Silvio
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
1 risposta su “L’accoglienza della vita oltre l’amore istintivo”
CARO DON CONDIVIDO PIENAMENTE OGNI PAROLA CHE AVETE SCRITTO IN QUESTO ARTICOLO!
DIO APRA IL CUORE A TUTTI GLI SPOSI E POSSANO ACCOGLIERE PIENAMENTE I FIGLI CHE DIO VORRA’ DONARGLI , SPESSE VOLTE LE VIE DI DIO NON SONO LE NOSTRE VIE.
LO SPIRITO SANTO ILLUMINI TUTTI GLI SPOSI E LI GUIDI SULLE VIE GIUSTE E VERE DI DIO.