
L’unico potere
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,21b-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Il commento
“Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava” (1,21). La scena che Marco descrive appartiene alla normale vita liturgica di un popolo che ogni sabato si raccoglie nella sinagoga per celebrare le meraviglie che Dio ha compiuto e compie nella storia d’Israele. La presenza di Gesù dona una particolare luce a questo appuntamento ordinario della vita collettiva. Il Nazareno vi partecipa nella sua veste di maestro, l’evangelista sottolinea tre volte il ministero della predicazione (1, 21-22). La gente lo ascolta con stupore perché intravede nelle sue parole una particolare “autorità”, diversa da quella degli altri maestri (1,22). L’iniziale meraviglia viene poi confermata dall’azione decisa ed efficace contro il maligno (1, 24-26). Il racconto termina con una domanda che riassume la reazione della gente: “Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!” (1,27). Questo vocabolo [exousía] ritorna spesso nei Vangeli per indicare la missione di Gesù. In altre parti viene anche tradotto con “potere”. Nella finale di Matteo il Risorto consegna agli apostoli questo potere che egli ha ricevuto dal Padre (Mt 28,18). Questo dono è stato dato a tutti i battezzati, come suggerisce Giovanni: “a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Gesù è venuto per manifestare e comunicare l’autorità di Dio. Questa certezza ci fa vivere a testa alta, non siamo di quelli che hanno paura e si nascondono dinanzi alle difficoltà. Il potere di Dio ci permette di affrontare la vita con la forza di Dio. Se siamo uniti a Gesù abbiamo l’autorità di Dio, le nostre parole hanno la luce e la forza dello Spirito, altrimenti restano solo parole umane incapaci di toccare e cambiare il cuore. Il mondo esalta il potere della tecnica, i credenti sanno che l’unico potere che davvero libera l’uomo dal male è quello che viene da Dio. Credere non significa agire in nome di Dio ma dare a Dio il potere di agire in noi e attraverso di noi.
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