
Nessuno si permetta di chiamarmi “genitore 2” | 15 gennaio 2021
di Giovanna Abbagnara
Quello che mi è chiaro da questa crisi è che la storia cambia ma chi governa no. Non mi piace sparare sulla Croce Rossa. Nel tempo delle difficoltà dovremmo restare uniti. Sì, belle parole che servono solo a qualcuno per continuare a seminare quella cultura che in ogni modo sminuzza e distrugge la famiglia.
Tra le urgenze presentate al tavolo delle discussioni: eliminare la dicitura padre e madre dalla carta di identità dei minori di 14 anni e dai moduli di iscrizione a scuola dei bambini. Perbacco mi sembra che le questioni debbano avere la priorità assoluta! A comunicarlo, durante il Question time alla Camera, è stata la ministra degli Interni Luciana Lamorgese che in questo modo fa scacco matto a Matteo Salvini che li aveva recuperati quando il Viminale era sotto la sua guida.
La motivazione della ministra? Garantire conformità al quadro normativo introdotto dal regolamento Ue in materia di trattamento dei dati personali e per superare le problematiche applicative segnalate dal Garante della privacy. In poche parole? Le definizioni ‘padre’ e ‘madre’ tagliano fuori la genitorialità delle coppie omosessuali. Cosicché ancora una volta il pensiero lgbt distrugge i fondamenti sui quali si poggia la famiglia, per che cosa? Perché si sente discriminato dalle parole e dalle definizioni. È chiaro che cambiando il linguaggio, è la mentalità e la cultura che subiscono una trasformazione radicale.
Ma evitando di difendere ciò che non ha bisogno di essere difeso e cioè la paternità e la maternità, dimensioni che queste ridicole decisioni non potranno mai cambiare, mi chiedo ma poi chi stabilirà chi è il genitore 1 e il genitore 2? Chiedo perché da madre non sarei proprio disposta a essere considerata genitore 2 e sinceramente non credo nemmeno mio marito mi lascerebbe facilmente il primo posto. Dunque che facciamo? Tiriamo a sorte? Chiediamo il divorzio perché non riusciamo proprio a raggiungere un accordo? Nel pensiero politicamente corretto, vuoto, insignificante e vacuo, non c’è nessuno che grida ad una forma di razzismo verso il secondo?
Caro Orazio, di nobil memoria, avevi proprio ragione tu! Ci sono troppe persone che ci fanno perdere tempo parlando di questioni banali e stupide, questioni di lana caprina appunto. Ma vogliamo essere seri? Insomma la smettiamo con questo finto perbenismo, con questa finta accoglienza di tutto e di tutti? Non abbiamo ancora capito che abbiamo bisogno di autorevolezza, di guide sicure, di valori garantiti e vissuti?
L’unica evidenza che ho sotto i miei occhi è la risorsa famiglia, fondata sull’unione di un uomo e di una donna che generando figli, nella carne o non, diventano padre e madre. Punto. Distruggendola non apparirà una società migliore ma una Babele condannata all’infelicità.
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