Le mie giornate in Pronto Soccorso

Nella mia ultima notte al Pronto Soccorso rivedo tutti i miei pazienti e soprattutto chi non c’è più

Grazie dottore

È il mio ultimo turno di notte al Pronto Soccorso. Arrivo un’ora prima per sostare nella Cappella dove tante volte mi sono rifugiata per consegnare a Gesù la sofferenza dei miei pazienti. Cosa mi porto via? La ricchezza di una straordinaria esperienza umana.

Caro diario,

il giorno che avevo immaginato tante volte è giunto. Devo ammetterlo: nonostante ci abbia provato non sono arrivata abbastanza preparata. Il mio ultimo giorno al Pronto Soccorso resterà sulla pelle come un tatuaggio meraviglioso insieme alla straordinaria esperienza che ho vissuto in questi mesi.

Quando ci pensavo la prima cosa che immaginavo erano i saluti, gli abbracci, le parole dette ai compagni di viaggio di questi ultimi mesi. Pensavo a come avrei potuto esprimere la mia riconoscenza e il mio affetto. Ma pensavo anche che, innanzitutto, sarebbe stato importante ringraziare il Buon Dio per quanto mi aveva donato. Così l’ultima notte, il 30 dicembre, sono arrivata un’ora prima per sostare in Cappella. Si era aperta a me come uno squarcio di Paradiso quando arrivai lì per il mio primo giorno. Andai alla ricerca di Gesù per consegnargli il dolore delle persone che incontravo o la tristezza che mi gonfiava il cuore quando mi accorgevo di non essere in grado di fare nulla per cambiare la situazione di un paziente.

Gli affidai le persone che avevo ricevuto “in carico” in tutti quei mesi e quelli che avrei incontrato quella notte. La mente è tornata indietro e li ho rivisti tutti, ma soprattutto ho rivisto quelli che hanno lasciato questo mondo, il dolore dei parenti, il nostro senso di impotenza quando vedi la vita scivolare via come l’acqua tra le dita.

Leggi anche: “Ho 90 anni. Lasciami andare!”, così un paziente al medico, ma lui non ci sta e gli salva la vita

Quando sono tornata in reparto, mentre mi preparavo ho cominciato a fissare il mio armadietto: il mio nome scritto grande. Per parecchi mesi quello era stato il mio posto. La mia ultima notte è trascorsa tranquilla come non mai, ho avuto addirittura il tempo di pensare a quanto ho vissuto in un luogo che, ormai, era diventato la mia casa. 

L’alba del giorno dopo, l’ultimo dell’anno, questa volta è arrivata troppo presto. Annuncio che è l’ultimo turno che farò con loro. E inizia il momento dei saluti che dura qualche ora. Una grande sofferenza perché è il momento in cui ciascuno comincia ad esprimere l’affetto e la stima nei miei confronti. Ma nulla in confronto all’arrivo di Agnese (nome di fantasia) per il cambio turno. Agnese è una mia giovane collega, un medico brillante e attento ai pazienti. Quando la incontrai la prima volta si presentò come un’atea convinta. Nel corso di questi mesi vissuti insieme è stata la persona con cui più ho condiviso l’amore per i pazienti. Quella mattina mi aveva portato un regalo: era la croce di Gesù. Era da un po’ che non la portavo al collo perché non trovavo la mia. “Così mi penserai” mi ha detto. Sì, è vero ricorderò, ogni giorno, di pregare per lei e per la sua conversione. È così, con una stretta al cuore sono tornata a casa. Il giorno dopo è un nuovo anno: il cuore è grato per quanto vissuto e aperto a ciò che Dio vorrà donare.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.