21 gennaio 2021

21 Gennaio 2021

Assembramento pericoloso

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 3,7-12)
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Il commento

Si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea…” (3,7). Il racconto è situato presso il lago, dove Gesù aveva chiamato i primi discepoli. Quando aveva iniziato era un Rabbì sconosciuto e senza pretese, ora invece è circondata da una folla che viene da ogni regione circostante, anche dalle parti di Tiro e Sidone, che si trovano oltre i confini d’Israele. Questa scena non priva di ambiguità. È presente una folla numerosa ma non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze. Quella gente è spinta solo dal desiderio di ricevere la guarigione. In nessuna parte di questo brano si accenna al ministero abituale di Gesù, quello cioè di insegnare e annunciare la Parola. La folla rischia di schiacciarlo (3,9). Questo dettaglio non solo fa riferimento alla legittima preoccupazione per l’incolumità fisica del Maestro; ma fa pensare anche ad un rischio assai più grave, quello di soffocare il contenuto essenziale della missione. Quando consegniamo a Dio tutte le nostre umane attese, nella speranza di essere esauditi, non ci preoccupiamo più di metterci seriamente in ascolto e di raccogliere le attese di Dio. Indossiamo la veste dei creditori che chiedono o rivendicano qualcosa e non quella dei discepoli che ascoltano e accolgono la Parola che viene da Dio. Insomma, si tratta di un assembramento assai pericoloso.

Questa pagina è luminosa e oscura: da una parte mostra il potere terapeutico di Gesù che non vuole deludere le attese della folla; e dall’altra sottolinea che si sottrae all’abbraccio soffocante della gente per non essere schiacciato. Contemplando questa scena la Chiesa comprende che non deve misurare la sua missione con le attese della gente che, per quanto sincere e perfino legittime, rischiano di soffocare o restringere il compito di far risplendere quella Parola che veste di luce la vita. Teresa di Lisieux scrive che non è entrata in monastero per ricevere consolazioni, il suo unico desiderio è quella di consolare Gesù. Nella scia di questa testimonianza, impegniamoci a chiedere solo quello che serve per manifestare la fecondità del Vangelo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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