Cosa ci rende più felici l’amore o il piacere?

coppia

Vi siete mai chiesti lucidamente che differenze ci sono tra “vivere il sesso solo come passatempo” e “unirsi anima e corpo con l’uomo o la donna della vita”? Secondo voi, quale delle due scelte dona più pace, più armonia, più gioia? Quale dona più colore alla vita? Ognuno di noi se lo chieda e si risponda (tranquilli, non dovete farlo ad alta voce…).

Nell’articolo precedente vi avevo lasciato con una domanda: “Se l’atto sessuale è un gesto che ha il potere di farci diventare una cosa sola con qualcun altro, con chi viverlo? Con chi ha senso unirsi in un modo tanto intimo? A chi possiamo donare il nostro corpo, il nostro cuore, tutto ciò che siamo?”.

Ammetto che ci ho messo anni per trovare una risposta che fosse in consonanza coi desideri più profondi del mio cuore. Anzi, a dire il vero, forse ci ho messo anni a trovare pure la domanda, almeno così formulata. Non è facile avere vicino chi ci faccia riflettere sulla sessualità, è molto più comune sentirci dire che “la vita è nostra”, “il corpo è nostro” e dobbiamo “fare quello che ci sentiamo”

Verissimo che siamo liberi di scegliere per noi stessi, ma è vero anche che se non ci fossero dei cartelli stradali (o gli irrinunciabili navigatori), nessuno arriverebbe a Roma (pure se dicono che tutte le strade portano lì). Non abbiamo solo bisogno di sentirci dire “vai dove ti pare”, ma anche di qualcuno che si metta a leggere le cartine con noi. Io persone così le ho trovate e, dopo tanta fatica, ho pensato che valesse la pena mettere nero su bianco ciò che avevo scoperto, di raccontare quale fosse la meta a cui ero giunta (per questo è nato il mio libro Casti alla meta. 50 sfumature dell’amore vero e per lo stesso motivo ho deciso di farvi compagnia con questa rubrica). 

Non voglio impartire regole e divieti… sia chiaro. Vi ripropongo solamente i cartelli stradali che hanno aiutato me a trovare la strada. Dovrete perdonarmi se, prima di dirvi come ho risposto alla domanda “Con chi ha senso vivere questo gesto?”, farò un passo indietro e vi porrò ulteriori domande, fondamentali per rispondere a questa. Cosa ci rende più felici, l’amore o il piacere? Essere accolti o soddisfare un istinto? Divertirci insieme a qualcuno… o prenderci sul serio e – cascasse il mondo – non mollarci più? È vero che possiamo fare del nostro corpo ciò che vogliamo, che possiamo buttarci in una storia occasionale dopo l’altra. Ma c’è anche l’opzione di cercare la nostra metà e donarci solo a lei.

Leggi anche: Educare a una sessualità veramente liberata…

Vi siete mai chiesti lucidamente che differenze ci sono tra “vivere il sesso solo come passatempo” e “unirsi anima e corpo con l’uomo o la donna della vita”? Secondo voi, quale delle due scelte dona più pace, più armonia, più gioia? Quale dona più colore alla vita? Ognuno di noi se lo chieda e si risponda (tranquilli, non dovete farlo ad alta voce…).

Capita che mi dicano: “Fare sesso è come respirare o mangiare”: sembra che se non lo fai, più o meno, muori. Se fosse così, una sessualità vissuta come puro gesto meccanico (indipendentemente dal come, dal dove, dal con chi) dovrebbe appagarci e bastarci. Dovrebbe renderci felici, saziarci… 

Non dovremmo “più avere sete di altro”. Eppure – ora parlo per me – una cosa del genere non mi basterebbe mai. Ho un amico che mi ripete sempre: “L’atto sessuale nasce dall’istinto, è funzionale alla riproduzione. Non ha molto senso filosofare su una cosa che, in fondo, ci accomuna agli animali ed è, in fin dei conti, un bisogno primario”.

Il mio amico si diverte a fare il bastian contrario e non perde occasione per contraddirmi (secondo me, a volte, non ci crede nemmeno lui a quello che dice, si diverte solo a vedere che mi scandalizzo e mi scaldo), ma immagino di non essere l’unica ad aver sentito teorie di questo tipo: ad aver conosciuto visioni che riducono la sessualità a un gesto istintivo, legato in fondo solo ai nostri impulsi. Eppure, mi chiedo: la nostra vita può essere equiparata davvero a quella degli animali?

Gli animali mangiano, ma non cucinano. Gli animali bevono, ma non depurano l’acqua e non costruiscono pozzi. Gli animali fanno cucciolate, ma non “educano” dei figli, non li mandano a scuola. Gli animali dormono in delle tane, ma non costruiscono case. Gli animali muoiono, ma non ricevono funerali. Gli animali si riproducono… e noi? Ci riproduciamo soltanto? Anche stavolta ognuno se lo chieda e risponda per sé (e, anche stavolta, potete farlo solo mentalmente, tranquilli).

Se come me pensate che l’atto sessuale sia più bello ed umano quando rivestito di amore, rispetto, tenerezza (e non se vissuto “per sé stesso”) seguitemi anche il prossimo venerdì: inizieremo a parlare della virtù della “castità”, che non significa “astinenza”, ma capacità di vedere e vivere una sessualità limpida, spogliata dall’egoismo. Una sessualità che unisca due anime… non solo due corpi!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.


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