
E subito annunciava
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,15-18)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il commento
“Mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo” (9,3). Dio entra con prepotenza nella vita di Saulo, come vento impetuoso che mette tutto a soqquadro e chiede di rivedere ogni cosa. Non sappiamo perché Dio ha agito così. Forse il Signore conosceva il cuore del giovane e sapeva che solo un intervento deciso poteva scardinare le sue sicurezze ed aprirlo alla grazia. La vocazione rimane un mistero. Sappiamo con certezza che tante altre volte, lungo i secoli, Dio ha agito con la stessa determinazione. Lungo la via di Damasco avviene un incontro che, pochi giorni dopo, trova il suo sigillo: “Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono” (9, 18-19). Dall’acqua e dallo Spirito emerge un uomo nuovo, icona del Figlio di Dio. Un uomo ancora inesperto nella fede ma abbastanza audace da condividere l’esperienza vissuta e la certezza che ormai dimorava in lui: “e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio” (9,20). Saulo non perde tempo, l’avverbio [euthéōs] sottolinea la determinazione e la disponibilità a mettersi in gioco. L’esperienza di conversione apre le porta alla testimonianza coraggiosa. Chi si lascia raggiungere dalla grazia, non può non diventare un apostolo.
Paolo non parla di qualcosa ma di Qualcuno, annuncia infatti che “Gesù è il Figlio di Dio”. Emerge qui una caratteristica essenziale della fede che oggi rischiamo di smarrire nel mare di una proposta in cui l’emergenza solidale finisce per assumere un primato che non le appartiene. È facile notare come il lessico dell’umana e doverosa solidarietà ha preso il posto di quella Parola che annuncia che solo in Gesù Cristo c’è salvezza e solo a partire da Lui possiamo costruire una società degna dell’uomo. Questo compito è affidato a tutti i battezzati ma è bene ricordare che i presbiteri hanno un ruolo particolare perché, oltre alla testimonianza e all’impegno personale, possono e devono promuovere una spiritualità e una pastorale missionaria. Un’intenzione che oggi affidiamo a Paolo, l’Apostolo delle genti.
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