
Dio attende i frutti
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,1-20)
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Il commento
“Ecco, il seminatore uscì a seminare” (4,3). La parabola presenta Dio come un contadino instancabile che ogni giorno esce per gettare nella terra, cioè nel cuore dell’uomo, quel seme che ha la potenza di dare fecondità alla vita. Un Dio che non resta chiuso nel suo inaccessibile silenzio ma si fa parola; e non si stanca di uscire malgrado l’indifferenza e le opposizioni che incontra. L’immagine del seminatore è certamente suggestiva e accattivante ma la parabola non cammina sulle nuvole, non disegna un mondo favoloso. Al contrario, con spietato realismo ricorda tutte le difficoltà e gli ostacoli che di fatto impediscono alla semina di germogliare. Solo alla fine appare quel terreno buono in cui il seme porta frutto abbondante, in una misura che va al di là di ogni umana attesa: “Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno” (4,8).
Portare frutto non è un evento fortuito e non dipende dalle circostanze ambientali. Dipende esclusivamente dal terreno. Dio non fa mancare il seme, non si stanca di manifestare il suo amore, ma non sempre incontra la disponibilità dell’uomo. Per questo la parabola non termina con l’annuncio gioioso del terreno buono ma con un severo ammonimento: “Chi ha orecchi per intendere, intenda!” (4,9). Tocchiamo il punto decisivo della fede. Dio attende frutti. Il Vangelo non è una raffinata dottrina che accarezza le corde dell’intelligenza ma una parola capace di fecondare il terreno della vita. Non è parola umana ma Parola di Dio. Chi ascolta, riceve la vita di Dio e diventa fonte di vita. Se la Chiesa si limita a ripetere le parole di Gesù, non diventa seme fecondo, quelle parole si perdono in una piazza mediatica sempre più rumorosa e affollata. Se invece, il Vangelo viene proclamato e testimoniato con passione, è capace di scuotere la coscienza sempre più intorpidita dell’umanità. Quanti cristiani, lungo i secoli, si sono lasciati interpellare da Dio ed hanno fatto della loro vita un terreno carico di frutti saporosi! Oggi chiediamo la grazia di camminare per questa via.
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