2 febbraio 2021

2 Febbraio 2021

Ciò che i consacrati sono per noi sposi | 2 febbraio 2021

di Giovanna Abbagnara

È ancora buio quando sono seduta di fronte alla mia tazza di latte caldo. È il momento che preferisco, in casa e fuori c’è silenzio ed io posso con calma mettere a fuoco idee e pensieri prima di affrontare l’agone della giornata. La Chiesa oggi ci fa celebrare la luce, la luce che un Bambino accende nella vita del mondo ed io mi ritrovo a pensare ai miei amici consacrati. Tanti e con carismi diversi. Quanta bellezza nelle loro scelte, quanta grazia dalla loro amicizia, quanto coraggio nelle loro vite. Li conosco abbastanza bene da poter dire senza che nessuno me ne voglia, che tanti difetti e fragilità li caratterizzano. Eppure senza di loro la mia vita sarebbe più povera e tutta la società senza dubbio più priva di speranza. Parlo di società sì e non solo di comunità ecclesiale. Il popolo di Dio non è una cerchia di amici che cerca di conquistarsi il Paradiso ma un roveto ardente che illumina e riscalda tutti gli uomini.

È vero, negli ultimi anni diverse fonti attestano un calo nelle vocazioni alla vita consacrata, tanti istituti hanno dovuto rivedere scelte e presenze geografiche, sono stati fatti tagli dolorosi e obbligati. In questo contesto di secolarizzazione che abbraccia tanto la vita consacrata quanto quella coniugale, è necessario che si attui una vera e profonda comunione tra sposi e consacrati. La loro amicizia, l’unità pur mantenendo specificità proprie delle diverse vocazioni, fa risplendere il volto più bello della Chiesa, il volto della comunione.

Nell’Autobiografia, Santa Teresa di Gesù Bambino sintetizzava così la “scoperta” della sua vocazione: «O Gesù, mio amore, ho trovato finalmente la mia vocazione. La mia vocazione è l’amore. Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto me lo hai dato tu, o mio Dio. Nel cuore della Chiesa, mia madre, io sarò l’amore ed in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà».

In maniere e in momenti diversi, credo sia questa la “scoperta” che segna il cammino vocazionale di ogni battezzato che sceglie la vita consacrata o quella coniugale. È l’esperienza che, affrancandolo dalla “liquidità” della nostra cultura, permette l’apertura fiduciosa al donarsi incondizionato a Dio attraverso l’esclusività (verginità) o attraverso il proprio sposo o la propria sposa (matrimonio). In entrambi la radice è la stessa. Lo sintetizza molto bene papa Benedetto XVI nella Deus caritas est: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».

I consacrati nella mia vita da sposa mi ricordano continuamente questo incontro con quella Persona che ha dato alla mia e alla loro vita la direzione decisiva. Con il loro stile sobrio, le parole parche e delicate, il sorriso pieno di gioia che sgorga da un cuore che non si stanca mai di essere alla presenza di Dio, sono una luce accesa, una testimonianza veritiera. Spesso si tende a mettere in luce le scelte eroiche di questi fratelli nella solidarietà e nella carità. Per cui un consacrato acquista stima agli occhi del mondo se si dedica ai più poveri. Ma la loro non è un’azione solidaristica o filantropica. Nei poveri, i consacrati amano e servono Dio. Lo ricorda spesso suor Caterina, la mia amica consacrata che vive in Burkina Faso. Fedele alle disposizioni del suo movimento ecclesiale più di dieci anni fa è partita per un Paese povero, in un villaggio sperduto, per portare semplicemente la sua presenza e il suo amore di consacrata. I frutti di bene e di carità che ha permesso il suo “sì” sono incalcolabili. Amare Dio al di sopra di ogni cosa è la sorgente da cui scaturisce l’amore per il prossimo. I consacrati lo ricordano con la loro vita tutta pretesa verso l’eternità. La loro amicizia è preziosa per ricordarci che siamo tutti in cammino verso la meta. Essi ci precedono e illuminano i passi di tutti.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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