Che valore dai alla tua vita?

perla

Che cosa pensano di sé stesse le persone che negano il diritto alla vita? Don Fabio Rosini sostiene che dietro a ogni peccato ci sia, sempre, di fondo, la disistima di sé. Perché non dovrebbe essere così, anche in questo caso?

È da poco passata la 43esima Giornata Nazionale della Vita e tutte le discussioni che sono sorte in merito all’aborto mi hanno fatto riflettere su un aspetto che ci serve per introdurre l’argomento di oggi, ovvero il rispetto per il proprio corpo e il pudore. Ciò che ho pensato in questi giorni è che, forse, tanti non sanno che la propria vita ha un valore inestimabile. Se qualcuno non giudica degna di cura una vita umana piccola, in fase embrionale, perché “non è ancora sviluppata”, “non può ancora fare nulla” o “non è in grado di pensare”, forse è perché crede che sia il “poter fare qualcosa” o “l’essere in un certo modo” a renderci preziosi, unici, irrepetibili… degni di amore e rispetto, quindi intoccabili. Forse non sa di valere (anche lui!) per il semplice fatto di esistere

È normale provare tristezza di fronte a dei diritti negati, (mio marito e i miei cari sanno quanto mal di fegato mi viene leggendo certe cose) ma chiediamoci anche: le persone che li negano, che pensano di sé stesse? Don Fabio Rosini sostiene che dietro a ogni peccato ci sia, sempre, di fondo, la disistima di sé. Perché non dovrebbe essere così, anche in questo caso?

La difesa strenua dell’aborto nasconde un’idea ben precisa sulla propria vita: “Valgo perché sono formato”, “Valgo perché non sono più nel grembo di mia madre e ho una mia autonomia”, “Valgo perché penso”, “Valgo perché ho tutti gli organi a posto”, “Valgo perché gli altri possono vedermi”, ma soprattutto “Siamo sicuri che valgo poi così tanto?” (Sì, davvero c’è chi crede di “non essere altro che un grumo di cellule” e non apostrofa così solo l’embrione. C’è che si definisce, senza imbarazzo, “un animale, solo un po’ più intelligente”. Se la mia vita vale così poco, quanto poco può valere quella di qualcuno che non può nemmeno fare ciò che sono in grado di fare io?).

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Personalmente, invece, se difendo la vita sin dal concepimento, è perché ho fatto una scoperta anzitutto su di me: “Io valgo tantissimo”. E valgo non perché ho superato il terzo mese di gestazione, ma perché sono unica in tutto l’universo. Valgo perché sono un essere umano, e lo sono sin da quando sono stata concepita.

Valgo perché sono amata da Dio, in modo incondizionato, non solo perché so contare, parlare, mangiare da sola. Valgo perché Gesù ha dato il suo sangue, per avermi con Lui in Paradiso. Valgo perché ho un’anima, che è in me dal primo istante della mia esistenza, non da un certo momento in poi. E se io valgo così, allora tutti valgono così.

Noi cristiani siamo chiamati a testimoniare l’amore di Dio che abbiamo conosciuto e la dignità che abbiamo scoperto di avere, anche – anzi, soprattutto! – con chi disprezza la vita: la propria, prima ancora che quella altrui! Sandra Sabattini, futura beata, diceva: “Non posso convincere gli altri a pensarla come me, ma posso comunicare loro la mia gioia”.

Ma perché ho fatto questa premessa, oggi? Perché il rispetto per la vita e il rispetto del proprio corpo vanno di pari passo. Da quando ho scoperto che la mia vita era infinitamente preziosa, ho iniziato a custodire molto più gelosamente il mio corpo. Ho compreso che soltanto qualcuno che mi avesse guardata e amata di un amore che tendeva a quello che Cristo ha per me, avrebbe potuto avermi in dono. “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita in voi?”, domanda san Paolo, nella lettera ai Corinzi. 

Chi vive una sessualità svuotata dell’amore, chi non sceglie di preservarsi e donare sé stesso solamente a qualcuno che è pronto a dare la vita per lui/lei: forse no, non lo sa. Il pudore è conseguenza dell’amore per sé stessi. Se sai di essere una gemma preziosa, ti custodirai gelosamente, non ti consegnerai al primo mercenario. Non c’è giudizio per nessuno, in questo. Vengo da una famiglia cristiana, che mi ha sempre fatto sentire amata e rispettata (cosa non scontata per tanti altri, invece! So di aver ricevuto moltissimo). Eppure, io stessa ci ho messo un po’ a comprendere quanto la mia vita valesse, quanto il mio corpo fosse sacro. Io stessa ho temuto di non contare poi così tanto e ho agito di conseguenza. 

Prima di proseguire con il nostro discorso, vorrei che ognuno di noi riflettesse su quanto valore dà alla sua vita. Sono certa che una volta compreso quanto siete preziosi, inizierete a lottare anche voi contro la concupiscenza (ne abbiamo parlato, ma ne riparleremo più avanti!) e farete vostre le “3 P di una sessualità gioiosa”, ovvero vivrete una vita intima pulita, con qualcuno che vi tratti da persone, nel rispetto del vostro corpo e di quello dell’altro, cioè nel pudore.

Caro lettore, cara lettrice, per oggi ci fermiamo. Ma vorrei che ti restasse questo nel cuore: tu vali tanto, tantissimo. Pensaci. Se non ci credi, chiedilo direttamente a Dio: “Padre, ti prego, mostrami quanto sono prezioso/a ai tuoi occhi”.

 




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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