18 febbraio 2021

18 Febbraio 2021

Il primo annuncio della resurrezione

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Il commento

Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto […] venire ucciso e risorgere il terzo giorno” (9,22). Gli esegeti presentano queste parole come il primo annuncio della passione. A pensarci bene, possiamo anche chiamarlo il primo annuncio della resurrezione. In effetti Gesù non si limita a presentare la croce come l’esito drammatico del suo ministero ma aggiunge che tutto questo precede e prepara la resurrezione. L’annuncio di una sconfitta umiliante occupa la prima parte, quella più densa e ricca di dettagli; le ultime parole accendono la speranza, lasciano intravedere un terzo giorno in cui lo Sconfitto si leverà e apparirà come il vero Vincitore, anzi l’unico Vincitore della storia. Non dobbiamo trascurare la prima parte ma neppure la seconda. Si giunge alla resurrezione attraverso la via della sofferenza. Chi vuole arrivare al premio deve accettare la fatica della corsa. Gesù parla della sofferenza ma, al tempo stesso, invita a puntare lo sguardo sulla meta. Non canonizza la croce ma la presenta come una via obbligata che conduce alla resurrezione. Mi pare che sia questa la buona notizia che in ogni tempo deve risuonare. Nasce qui una domanda, la grande domanda: quando ci troviamo immersi in una vicenda carica di sofferenza, la viviamo come via che conduce alla gloria? Abbiamo davanti agli occhi il fine ultimo? Non importa quale sia la causa immediata del dolore, Dio trasforma ogni cosa in un’occasione di bene. Possiamo scegliere di collaborare con Dio o di ribellarci. Se collaboriamo, la sofferenza diventa fonte di purificazione. È bene ricordare che Gesù non solo è il primo a camminare sulla via della croce ma accompagna e condivide le nostre croci. Se stiamo dietro di Lui, non mancheranno le croci, ma il fatto di godere della sua dolce amicizia cci permette di non restare prigionieri del dolore e di viverlo come una via che conduce alla resurrezione. Oggi chiediamo la grazia di poter fin d’ora metterci all’opera perché non vogliamo sciupare questo tempo di purificazione e di rinnovamento che il Signore ci dona.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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