20 febbraio 2021

20 Febbraio 2021

Un sì incondizionato

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,27-32)
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Il commento

Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì” (5,28). La schematicità della narrazione permette di individuare con chiarezza gli elementi essenziali della risposta. Sono tre e possiamo considerarli come le condizioni iniziali e permanenti della vita cristiana e, in particolare, della vocazione consacrata. In primo luogo la fiducia: Levi accoglie la chiamata e non misura le proprie ragioni, risponde senza preoccuparsi di ciò che lascia né di ciò che sarà. L’orizzonte della sua vita è tutto riempito dalla presenza di Gesù. La seconda caratteristica è la generosità: lasciando tutto, il pubblicano dichiara la disponibilità a donare tutto, senza riserve. La terza è la tempestività: Levi non chiede dilazioni ma risponde immediatezza. Fiducia, generosità e tempestività sono caratteristiche indispensabili, ciascuna di esse va considerata con attenzione. Oggi mi soffermo sulla terza.

Levi accoglie la chiamata senza esitazione. Tante volte, troppe volte, l’appello di Dio non ci trova pronti. Abbiamo le nostre buone ragioni: non è mai facile lasciare il certo per l’incerto e poi… i dubbi delle persone care sono per noi un oggettivo ostacolo. Ci sembra di tradire la loro fiducia. Tendiamo perciò a rimandare. Dio invece attende un sì pieno e incondizionato. La radicalità con cui fin dall’inizio volgiamo lo sguardo a Dio e ci consegniamo a Lui è la premessa per fare del cammino… una corsa. È questa l’esperienza di Teresa di Lisieux. La chiamata di Dio è giunta all’inizio dell’adolescenza, tutto fa pensare che sia meglio rimandare. E tutti si sforzano di farle comprendere che Dio può attendere: “Maria, pensando che fossi troppo giovane, faceva tutto il possibile per impedire la mia entrata; lei stessa, Madre, per mettermi alla prova, cercava qualche volta di rallentare il mio ardore insomma se non avessi avuto veramente la vocazione, mi sarei fermata fin dall’inizio perché incontrai ostacoli non appena cominciai a rispondere alla chiamata di Gesù” (Ms A 49). Sulle orme dei santi oggi chiediamo di dire e rinnovare il nostro sì. E preghiamo perché i giovani chiamati alla totalità sappiano riconoscere e accogliere la voce di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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