28 febbraio 2021

28 Febbraio 2021

Domenica 28 febbraio 2021

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Il commento

Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli” (9,2). L’annotazione con quale l’evangelista introduce il brano della trasfigurazione non può passare sotto silenzio, come tutti gli altri elementi narrativi essa ha un preciso significato. Il Tabor è certamente una luce improvvisa, un dono gratuito di Dio. E tuttavia, possono riceverlo solo quei discepoli che vanno con Gesù, quelli che hanno scelto di stare con Lui (Mc 3,13) e si lasciano condurre da Lui con la docilità dei bambini. “Prese con sé”: quel giorno Gesù non chiede se vogliono andare con Lui, li prende con sé, come farebbe una madre con i piccoli. Non c’è discussione, non c’è confronto, tutto avviene con grande naturalezza. Non si pensa, si accoglie in tutta libertà ma anche con quella docilità che nasce dalla fiducia. I discepoli non potrebbero vivere senza il Maestro, se chiede di andare, vuol dire che ha le sue ragioni. Stop. 

Chi ha scelto di stare con Lui deve imparare ad andare con Lui. Non importa dove. Ciò che conta è la certezza di stare in sua compagnia. A pensarci bene, è questo il primo passo dell’esperienza di fede ed è anche la meta ultima. La comunione con il Signore non è statica ma dinamica, genera un continuo camminare. Gesù ci coinvolge in una storia di salvezza, comunica ai discepoli la sua stessa passione per l’uomo. Lasciamoci “prendere” anche noi, saliamo sul monte. Fidiamoci di Dio, Lui conosce la strada! Non scoraggiamoci se lungo la strada incontriamo difficoltà e sperimentiamo la fatica. Sono già previste nell’agenda divina. Dobbiamo arrivare in cima se vogliamo ricevere un frammento di quella luce che eternamente risplende. Il Signore vuole donare tutto, più di quello che immaginiamo, ma non sempre può farlo perché non ci trova disponibili, viviamo chiusi nelle nostre paure. Oggi ci rivolgiamo a Gesù con le stesse parole che Lui ha rivolto al Padre: “Tutte le cose mie sono tue”, (Gv 17,10). E chiediamo la grazia di fare di quest’umile sequela il criterio che misura tutta la vita e ogni singola scelta.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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