3 marzo 2021

3 Marzo 2021

La chiave della vita

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,17-28)
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Il commento

Mentre saliva a Gerusalemme” (20,17): il terzo annuncio della passione avviene sulla via che li porta a Gerusalemme. Gesù si trova solo con i Dodici, “in disparte” [kat’idían], comunica che la sua missione non si conclude con il trionfo tanto atteso ma con una cocente sconfitta. Le sue parole sono drammatiche eppure ma c’è ombra di quello scoraggiamento che, in questi casi, si insinua e avvolge di tristezza la vicenda umana. Anzi, egli parla con la stessa calma, senza perdere in alcun modo il ruolo e l’autorità del Maestro. E difatti, in risposta alla richiesta di occupare i primi posti, Gesù chiede ai discepoli se sono disposti a bere allo stesso calice che lui si prepara a bere, in altre parole se sono pronti a condividere il suo destino (20, 20-24). E poco dopo, registrando lo sbandamento che serpeggia tra gli Apostoli, li invita a diventare servi, rinunciando a priori ad ogni forma di potere (20, 25-27), se vogliono essere come Lui, che è venuto per servire fino a dare la vita (20,28). Queste parole luminose rappresentano una chiave interpretativa della passione ormai vicina e disegnano la nuova carta d’identità del discepolo. 

Le parole del Vangelo ci invitano a non coltivare l’idea mondana del successo perché finisce per inquinare alla radice ogni autentica prospettiva cristiana. I discepoli di Gesù desiderano essere apprezzati perché il Vangelo possa trovare accoglienza ma non ricercano a tutti i costi il consenso e non misurano le scelte in base al gradimento della gente. L’incontro con Gesù è più che sufficiente a riempire di gioia la nostra esistenza. Il vero successo è incontrare Gesù Cristo e restare uniti a Lui. La fecondità non dipende dalle nostre opere ma dalla grazia che opera in noi (Gv 15,5). Tutto il resto è importante nella misura in cui ci permette di manifestare il Regno di Dio. Altrimenti diventa cenere. Il successo mondano può illudere e generare una pericolosa esaltazione dell’io. Chi sceglie Gesù impara a vivere ogni cosa nella luce del servizio. È questo l’impegno che oggi rinnoviamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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