
La rivoluzione di Dio
di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 16,19-31)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma. Ma Abramo rispose: Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi. E quello replicò: Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui replicò: No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti».
Il commento
“Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Ma lui fu posto negli inferi, nel luogo di tormento” (16, 22-23). La situazione è totalmente capovolta. Dio ama rivoluzionare i pensieri dell’uomo. Sulla terra il ricco era stimato e onorato; in cielo invece riceve la condizione più miserevole. Dio non è obbligato a seguire le regole sociali, anzi a Lui piace ribaltare ogni cosa. Sapere che nel giorno del giudizio Dio metterà tutto nella giusta luce è la nostra più grande speranza. Se venisse a mancare questa certezza, avremmo la tentazione di farci giustizia con le nostre mani. Non spetta a noi giudicare né tanto meno condannare. La Chiesa ha ricevuto da Dio il compito di aiutare ciascuno a riconoscere i suoi peccati per poter mettersi nella giusta via. Per questo abbiamo il dovere di annunciare il giudizio di Dio ma lo dobbiamo fare con il desiderio di toccare il cuore, perché desideriamo che tutti possano incontrare il Dio della misericordia, “lento all’ira e grande nell’amore”. Sapere che nel tempo ultimo Dio interviene non promuove l’ignavia né si traduce in una sorta di rassegnazione dinanzi alle situazioni di ingiustizia che incontriamo lungo il cammino della vita. Al contrario, siamo invitati ad entrare fin d’ora nella logica di Dio.
Non vogliamo anticipare il giudizio di Dio ma desideriamo vivere fin d’ora secondo quella misura che permette a Dio di vestire di dignità il povero Lazzaro. Dobbiamo, cioè, dare la giusta considerazione a tutti coloro che agli occhi del mondo non hanno alcun valore. Tutto questo non avviene senza pagare un prezzo. Chiediamoci se siamo pronti a modificare le nostre abitudini, se siamo disposti a rinunciare a qualcosa per condividere la sorte di quelli che sono più abbandonati. In questo tempo, in cui la paura rattrappisce i cuori, prendiamoci cura di quelli che sono soli, impegniamoci ad alleviare la povertà della solitudine. Cambia il nostro cuore, Padre buono, e donaci di vivere questa storia con i tuoi occhi e il tuo cuore.
Un commento to “La rivoluzione di Dio”
4 Marzo 2021
Mariaconcetta Di LecceSignore rendici capaci di aiutare e di rasserenare i “soli”. AMEN