7 marzo 2021

7 Marzo 2021

Pronto a soffrire

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2,13-25)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Il commento

Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato” (2,16). Le parole severe con le quali Gesù denuncia il malaffare non vengono interpretate dai discepoli come un segnale di rivolta ma come un annuncio di quello zelo che motiva e orienta i suoi passi. E difatti l’evangelista commenta: “I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà” (2,17). Giovanni riporta la citazione di un salmo (sal 69,10) che racconta la vicenda di un uomo che si trova in estremo pericolo a causa dell’odio dei nemici. Questa vicenda rappresenta dunque la cornice in cui vivrà la sua missione. Gesù non incita all’odio, non proclama i giorni della collera ma quelli della passione, la sua passione, annuncia che è pronto a soffrire per ristabilire l’alleanza, è disposto a morire per liberare l’uomo dal male che inquina la sua vita e corrode le sue intenzioni, anche quelle più sincere. A coloro che gli chiedono qual è il segno che attesta la sua autorità, cioè con quale autorità egli può dire e fare quelle cose, Gesù risponde: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. L’evangelista annota: “Egli parlava del tempio del suo corpo” (2, 20-21). In queste parole c’è un velato accenno alla passione e un annuncio della resurrezione. Il segno che egli dona è quello di un amore che denuncia il male ma non usa la violenza, non risponde al male con il male è usa il male altrui per giustificare una reazione aggressiva. Gesù annuncia che il mondo non viene salvato da un potere più forte ma da un amore più grande.

Siamo discepoli di un Maestro che ha dato la sua vita per salvare quella degli altri, di tutti gli altri, compresi i suoi avversari. È questo lo stile del Vangelo. Siamo chiamati a scrivere pagine di carità ben sapendo incamminarsi per questa via significa anche portare nella propria carne la croce degli altri, soffrire con loro e per loro. Oggi chiediamo la grazia di non tirarci indietro, sapendo che è l’unico modo per attuare un autentico e durevole rinnovamento.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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