8 marzo 2021

8 Marzo 2021

L’ora della testimonianza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4, 24-30)
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costrita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Il commento

In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria” (4,24). Gesù non si lascia ingannare dagli applausi né si lascia intimidire dalla critiche. S’era presentato come il profeta che compie le promesse (4,21). Dinanzi alla mormorazione dei suoi concittadini avrebbe potuto scegliere di attenuare la forza prorompente del suo annuncio, sceglie invece di restare fedele alla verità. È l’ora della testimonianza. Seguendo Gesù, non ci lasciamo impaurire da coloro che cercano di impedire alla Chiesa di annunciare il Vangelo, da quella cultura che vuole relegare il cristianesimo nella cantina della storia. Non ci lasciamo spaventare neppure da coloro che nella comunità ecclesiale seminano menzogna e divisione. Nella vita non mancano le prove ma questo è il tempo in cui il buon Dio chiede maggiore fedeltà proprio per manifestare che non siamo noi ad operare ma è Lui che ci rende forti e coraggiosi. Il tempo della prova è quello in cui partecipiamo alla croce del Signore. Nei racconto della passione Luca ha inserito una delle confidenze più belle che Gesù consegna agli apostoli: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove” (Lc 22,28). Fa riferimento proprio alle molteplici tentazioni che ha dovuto subire nel corso del suo ministero. 

Quando ci sentiamo deboli e abbiamo tanti motivi per rinunciare, proprio allora dobbiamo chiedere la grazia di continuare. Non possiamo abbandonare il campo in cui Dio ci ha posto! Al contrario, dobbiamo pregare e far pregare perché senza una particolare grazia di Dio non siamo in grado di restare fedeli. È quello che chiediamo per la comunità cattolica irachena. Oggi preghiamo con le parole che Papa Francesco ha fatto risuonare nel suo viaggio in Iraq: “Ti chiediamo, Dio del nostro padre Abramo e Dio nostro, di concederci una fede forte, operosa nel bene, una fede che apra i nostri cuori a Te e a tutti i nostri fratelli e sorelle; e una speranza insopprimibile, capace di scorgere ovunque la fedeltà delle tue promesse” (6 marzo 2021).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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