Se esistono alternative al sesso come ce lo ha presentato il Festival di Sanremo?

coppia

Giusto qualche giorno fa, una cantante di Sanremo ha affermato che dietro al pudore si nasconde “chiusura mentale”. Oggi inizierò a dirvi quali vantaggi si possono vedere nella vita quando si comincia a custodire il proprio corpo.

Quando parlo di castità posso trovarmi di fronte a lettori di diverso tipo, da quello che mi accusa di avere una mentalità retrograda, a quello che mi dà della pazza, della moralista o dell’estremista. Infine, ci sarà chi dice che la repressione non è sana e che chi non si concede, in fondo, è una persona rigida e infelice.

Giusto qualche giorno fa, una cantante di Sanremo ha affermato che dietro al pudore si nasconde “chiusura mentale”. Ecco, personalmente conosco le obiezioni principali che vengono fatte alla castità. Io stessa, come ho già detto, ho creduto a tali obiezioni, tanto da rinunciare a questo principio per un periodo della mia vita. Se sono tornata indietro, però, è perché non ho trovato gioia in ciò che il mondo proponeva al suo posto.

Oggi inizierò a dirvi quali vantaggi si possono vedere nella vita quando si comincia a custodire il proprio corpo. Più avanti proverò a raccontarvi anche cosa avviene nella coppia quando due fidanzati decidono insieme, liberamente, di fare spazio ad altro prima del sesso. Con degli amici, abbiamo trovato 50 vantaggi che la purezza porta nella vita del singolo o della coppia. Nel libro Casti alla meta. 50 sfumature dell’amore vero (Mimep Docete, 12 euro, 2020) li tratto uno ad uno. Negli appuntamenti di questa rubrica, ovviamente, per motivi di spazio dovrò sintetizzarli.

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Tanto per cominciare, decidere di vivere la sessualità solo come un dono di tutto sé stessi a qualcuno (perché questo vuol dire essere “casti”) ci ricorda quanto siamo preziosi. Pensa un attimo alle cose più care che hai. Figuratele davanti agli occhi. E ora dimmi: sei disposto a donarle al primo che capita? Le regalerai a qualcuno che oggi c’è, domani chissà? Ecco, sappi che sei tu ciò che di più prezioso ti è stato donato. La tua vita, la tua anima, il tuo corpo. Vivere la sessualità solo con chi ti ha accolto per sempre (nella realtà, non in un ipotetico futuro…), ti fa scudo dai falsi amori: chi mette il sesso prima di te se ne va. E non ci perdi niente, perché tu vali più di qualche notte di passione. Inoltre, chi ti vuole bene non pretende che tu ti conceda subito: sa che la tua intimità è preziosa e che non va donata con facilità.

La castità, poi, ti fa crescere nella gratuità: ti aiuta a comprendere che l’altro è una persona unica, che merita rispetto e vale per sé stessa, non per quello che ti dà. Ti libera dalla logica del possesso e dalla ricerca della tua soddisfazione come prima cosa. La castità ti abitua a mettere la persona – ogni persona – prima del sesso e del tuo appagamento in generale. Ti insegna a voler bene all’altro, invece che volere all’altro il tuo bene (rischio che corriamo spesso, come sosteneva la beata Sandra Sabattini).

Nel mio libro ho raccolto varie testimonianze su questi aspetti. Vi riporto solo alcuni stralci. C’è Nicola, ad esempio, che dice: “Da quando ho preso a cuore la scelta della castità ho cambiato il mio modo di pensare, ora la cosa che mi attira di più di una donna è il suo carattere. Prima desideravo in modo egoistico, ora ciò che desidero è vedere la felicità nella persona vicina, sapere che sta bene, ora mi piace più dare che ricevere, mi piace sentirmi e rendermi utile… ho ristabilito la mia scala di valori, tutto è cambiato!”

Poi c’è Elena che scrive di essersi appena convertita e asserisce: “Non voglio continuare a concedermi. Sono stanca, delusa e soffro anche quando fisicamente ho voglia di stare con una persona. Credo che questo disagio nasca dalla necessità di allontanare il sesso dalla mia vita. Voglio trovare l’amore vero!”. C’è Antonio che sostiene: “Un matrimonio si costruisce nel fidanzamento e occorre partire dalla purezza di animo e del corpo”. E poi Sara, che ricorda la sua conversione e la necessità di ritrovare una purezza perduta. Al suo ragazzo ha chiesto di conoscersi più a fondo, di stare insieme rinunciando al sesso fino al momento in cui non sarebbero stati pronti ad accogliersi per tutta la vita. Lui l’ha lasciata, ma Sara non si è pentita della decisione che ha preso, anzi, ciò le ha permesso di ristabilire le priorità e di cercare l’amore in modo nuovo

In questi giorni ho riflettuto molto osservando le esibizioni che si sono susseguite al Festival di Sanremo. Tanti, come gli artisti di quel palco, rivendicano la libertà di scegliere per sé cosa fare del proprio corpo. E io non sono certo qui a limitare la libertà di nessuno (chi sarei per farlo?). Al contrario, penso che ognuno di noi sarà più libero di gettarsi tra le braccia di molti (in base a come si sente oggi o domani) se sa che esiste anche un’altra opzione: donarsi col corpo solo dopo aver preso un impegno che miri alla definitività di un progetto di vita.  

“Ma perché, le persone non lo sanno già?”, potrebbe chiedere qualcuno. Una mia amica, che tiene con il marito un corso sulla sessualità itinerante per l’Italia, mi ha detto che il 50% degli adolescenti che incontrano non ha la più pallida idea di cosa sia la castità, né che esiste l’opzione di vivere il sesso solo con la persona che ti ha accolto prima nella vita. “Non far sapere ai ragazzi che si può anche vedere il sesso come qualcosa di sacro, da vivere come dono a un’unica persona, è omissione di soccorso, – dice lei – perché poi tanti di loro, conoscendo bene questa opzione, se ne appassionano e la accolgono con gioia. Più volte delle ragazze mi hanno detto con tristezza: Se queste cose le avessi sapute prima

Ecco, se scrivo questo articolo, oggi, è perché magari qualcuno di voi si trova in quel 50% di persone che non ne ha mai nemmeno sentito parlare… e mi dispiacerebbe. Perché a me la castità ha cambiato la vita. E no, non mi ha “chiusa” come dice quella cantante: anzi, mi ha aperta al dono sincero di me. Sia chiaro, non si impone nulla: l’augurio è solo che possiate essere davvero liberi quando fate le vostre scelte! Per oggi ci fermiamo qui, ma vi aspetto puntuali il prossimo venerdì. Alla prossima!




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.


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