13 marzo 2021

13 Marzo 2021

Eccesso di autostima

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Il commento

Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo” (18,12). Prima di scagliare la pietra contro il fariseo, osserviamolo più da vicino e forse ci accorgeremo che il suo modo abituale di pensare non è molto lontano dal nostro. Il fariseo è un buon credente, uno che rispetta la Legge e vuole essere gradito a Dio. Per questo s’impegna ad osservare scrupolosamente tutti i precetti della tradizione. Non chiede alcun esonero né presenta scuse. Insomma, ha tutte le carte in regola. La sua coscienza di fede è però inquinata da un eccesso di autostima, se ci fosse un questionario per misurare la fede attraverso le opere, lui potrebbe barrare tutte le caselle. Pensa di aver fatto tutto quello che si deve fare. Nella sua analisi non emerge il minimo dubbio. Si sente più bravo del pubblicano, lo guarda dall’alto in basso. Si sente a posto anche con Dio. Come un bravo scolaro può dire di aver fatto tutti i compiti e dunque pretende il massimo dei voti. La relazione con Dio è ritmata dalla più rigorosa contabilità. 

Il fariseo è un credente, non pensa di poter fare a meno di Dio. Il suo errore è quello di sapere tutto e di fare tutto quello che è doveroso compiere. E difatti, non ha nulla da chiedere. Non chiede di avanzare nella fede, non domanda di conoscere ancora meglio la sua volontà, non riconosce e non chiede perdono per quei limiti che appartengono ad ogni creatura. Non pensa di dover purificare la sua vita. Niente di tutto questo. L’autostima è cosa buona, insegna ad avere fiducia in se stesso. Ma un eccesso di autostima finisce per generare arroganza, un sentimento di superiorità nei confronti degli altri, fa pensare di avere la soluzione per tutto e per tutti. Non è forse questa la causa ultima che spesso ci fa cadere nell’ansietà? Pensiamo di poter far fronte alle diverse situazioni della vita e poi scopriamo che non sappiamo gestire gli eventi imprevisti. Oggi chiediamo la grazia di imparare nuovamente a metterci in ginocchio per riconoscere che Dio è Dio. Tutto parte da qui.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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