14 marzo 2021

14 Marzo 2021

Vita in abbondanza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,14-21)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Il commento

Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (3,16). In queste parole l’evangelista riassume l’annuncio fondamentale della fede, è questa la buona notizia che deve risuonare lungo i secoli. Il termine mondo in questo caso indica tutta l’umanità. L’amore di Dio è assoluto, è comunicato a tutti e senza condizioni. Ed è un amore unilaterale. Dio ama per primo, ama sempre, ama per sempre. È un amore che abbraccia tutti e ciascuno. Per manifestare e comunicare questo amore Dio Padre è pronto a consegnare il Figlio: la croce è l’espressione di un amore fedele. Dio ci insegna che non si ama se manca la disponibilità a soffrire. Dinanzi a questo amore, l’uomo è chiamato a scegliere: “Chi crede in lui, non è condannato ma chi non crede è già stato condannato” (3,18). Tutta la vita si gioca sulla fede. L’etica dell’amore è solo una conseguenza. Chi crede riceve la capacità e il coraggio di amare secondo la misura di Dio, anche in mezzo alle prove. Chi crede fa anche della croce il trono dell’amore. Chi crede ha la forza di camminare e di prendersi cura degli altri, anche di quelli che fanno poco o nulla per essere amati. Ecco la vita che sgorga dalla fede. Non accontentiamoci delle briciole dei sentimenti, Gesù ha promesso di darci la vita in abbondanza. Ed è quello che oggi chiediamo. 

Padre santo, nelle tue mani consegniamo paure e desideri. Tu hai promesso di riempire di vita i fragili giorni della nostra esistenza, rivestici del tuo amore, quello che sazia il cuore, e donaci di manifestarlo per consolare e fortificare il cammino dei fratelli. Tu conosci quanto sia debole la buona volontà e incapace di resistere alle insidie del maligno. Manda il tuo Spirito nella quotidiana battaglia della vita perché non ci stanchiamo di desiderare e compiere perfettamente la tua volontà. Donaci un cuore vigilante per non perdere l’appuntamento con Te e fare dell’Eucaristia quotidiana il cuore orante di un’esistenza tutta plasmata dalla grazia. Con Te siamo certi di giungere alla vita senza fine. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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