17 marzo 2021

17 Marzo 2021

La misura di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 5,17-30)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso far nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».

Il commento

Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna” (5,24). In questa pagina l’evangelista presenta un primo frammento di quel conflitto con i Giudei che accompagna tutto il ministero pubblico di Gesù. È una sintesi teologica che riassume la coscienza di fede della primitiva comunità. Questo brano non racconta un evento ma offre una riflessione. È una pagina impregnata di teologia, un genere letterario più ostico per noi, specie per coloro che non sono abituali frequentatori del linguaggio biblico. All’evangelista Giovanni piace intrecciare la narrazione degli incontri e dei gesti compiuti da Gesù (Nicodemo, la samaritana, il funzionario, il paralitico) con altri brani che hanno una più marcata impronta dottrinale. A me pare di individuare una chiara indicazione di metodo. L’esperienza di fede comprende due elementi complementari: da una parte si presenta come un incontro personale con Gesù che permette a ciascuno di sperimentare la dolce e consolante presenza di Dio; d’altra parte comporta, anzi esige, la necessità di comprendere i contenuti fondamentali di quella verità che il cristianesimo annuncia. La fede non può ridursi ad un vago sentimento, sarebbe troppo fragile ed esposta ai venti di una cultura mondana che, in modo sempre più pervasivo, propone uno stile di vita alternativo al Vangelo. 

Una fede non pienamente compresa rischia di rimanere un’esperienza emozionale. Stimolare un approfondimento del mistero rivelato non è solo opportuno ma necessario. Non parlo della conoscenza intellettuale che alimenta l’orgoglio degli studiosi ma di quello studio che nasce dall’amore e dal desiderio di vivere la fede con sempre maggiore consapevolezza. Approfondire la parola del Vangelo non è un esercizio dell’intelletto ma un’esperienza di grazia che c’immerge nel  mistero di Dio e ci fa comprendere la nostra identità. È la premessa per vivere secondo la misura di Dio e non secondo i nostri gusti. Oggi preghiamo per coloro che hanno il compito e la responsabilità di annunciare e custodire la verità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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