21 marzo 2021

21 Marzo 2021

Le vie della testimonianza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,20-33)
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Il commento

Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci” (12,20). Il brano di Giovanni appartiene alle battute conclusive del ministero terreno, poco prima del grande racconto della Pasqua. Tutti i segni che Gesù doveva compiere sono già stati manifestati eppure c’è ancora una diffusa e ampia incredulità. Il Figlio di Dio ha dispiegato tutto il suo amore salvifico ma non è bastato per creare un clima di accoglienza. E tuttavia, proprio quando tutto si compie si accende una piccola luce. Tra i greci che salgono a Gerusalemme per la festa, vi sono alcuni che hanno sentito parlare di Gesù e manifestano il desiderio di incontrarlo: “vogliamo vedere Gesù” (12,21). È come un raggio di luce nell’oscurità della notte, annuncio profetico di quel desiderio di verità che appartiene ad ogni uomo.

Questa parola oggi risuona per noi come una provocazione. Cosa diciamo a coloro che vogliono vedere Gesù? E cosa facciamo per farlo vedere anche a chi non lo cerca? Vi sono tre vie. La prima è quella della liturgia, espressione piena della presenza divina in mezzo a noi. Non a caso la Chiesa chiama presenza reale quella eucaristica. Questa visione tuttavia è riservata ai credenti. Quelli che non credono o hanno smesso di credere, e anche tanti credenti che hanno smarrito la bellezza della fede, non hanno più la capacità di vedere Dio nei segni sacramentali. Per vedere nuovamente hanno bisogno che qualcuno parli loro di Gesù. L’annuncio è la porta della fede: non permette ancora di vedere ma almeno lascia intravedere qualcosa del mistero, fa pensare che la persona di Gesù non appartiene semplicemente alla memoria storica. Non è ancora l’incontro ma apre una finestra. C’è una terza via ed è quella della carità, segno di un Dio che accompagna il faticoso cammino dell’umanità, un Dio che si preoccupa di liberare l’umanità dal male. Gesù è il segno di Dio, tutta la sua vita parla di Dio. Se lui per primo ha utilizzato le opere per manifestare l’amore di Dio, possiamo farlo anche noi, anzi dobbiamo farlo. Ed è questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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