23 marzo 2021

23 Marzo 2021

L’appuntamento

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,21-30)
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Il commento

“Voi siete di quaggiù, io sono di lassù” (8,23). Gesù parla di sé, spiega la sua origine e la sua destinazione, chiarisce da dove viene e dove va. Tutti pensano di conoscerlo, a partire dalle coordinate storiche, in realtà la sua identità è ignota agli uomini. Può conoscerlo solo colui che si mette in ascolto e accoglie con umiltà le sue parole. Il Nazareno si presenta come colui che viene dal Cielo: “Io sono di lassù […] io non sono di questo mondo” (8,23); e annuncia che ritorna nello spazio di Dio, un luogo inaccessibile all’uomo: “Dove vado io, voi non potete venire” (8,21). L’origine e la meta ultima sono avvolte nel mistero, impenetrabili ad ogni indagine razionale. Ma Gesù è venuto proprio per svelare il volto di Dio. Viene dal Cielo e s’immerge nella storia umana, vive come uno di noi e con noi condivide le gioie e le fatiche della vita. Si è fatto uomo per incontrare l’uomo. Tutti gli avvenimenti della sua vita terrena sono tappe significative della rivelazione. Ma c’è un momento particolare nel quale lo svelamento è definitivo: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono” (8,28). Il verbo innalzare indica due cose diverse e complementari: la resurrezione in cui verrà esaltato e riconosciuto come il Signore; e la passione in cui lo vedremo innalzato sulla croce. È questo il luogo dell’appuntamento. Non si arriva la resurrezione se non passiamo prima per il Calvario. L’apostolo Paolo lo dice chiaramente: può partecipare alla gloria del Figlio, solo chi prende parte alle sue sofferenze (Rm 8,17). Chi ha paura della sofferenza e fugge la croce, non conoscerà mai la via della gioia né la via che conduce alla gloria. 

Gesù è lì, inchiodato alla croce. E attende. Lui non manca all’appuntamento, noi invece siamo perennemente in ritardo. Anzi, facciamo di tutto per passare dalle parti del Calvario. Ma se scansiamo quella via rischiamo di non incontrare il Signore della vita. Incontreremo forse una controfigura, un Gesù che non chiede cose impossibili. Questo Gesù, elaborato a nostra immagine, non salva l’uomo. Il vero Gesù “ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo” (Papa Francesco, Catechesi, 2 dicembre 2020).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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