24 marzo 2021

24 Marzo 2021

Il diario dell’io

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,31-42)
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Il commento

Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno” (8,33). i giudei hanno ragione e sono fieri di appartenere al popolo eletto. La fede li fa sentire liberi anche se lungo i secoli non poche volte Israele aveva subito la dominazione straniera. La coscienza di appartenere a Dio dona una sostanziale libertà. Gesù è figlio di quel popolo e si sente parte di quella tradizione, per questo denuncia la chiusura di coloro che, non riconoscendo in Lui l’inviato di Dio, colui che viene a compiere le promesse fatte ad Abramo, rinnegano quella storia, non camminano più nei sentieri della libertà ma in quelli della schiavitù. La vera libertà scaturisce dalla relazione con Dio, quanto più abbiamo coscienza di appartenere a Lui e viviamo in obbedienza a lui, tanto più saremo liberi dal peccato (8, 34-36). Quanto più neghiamo Dio e rivendichiamo la nostra autonomia tanto più diventiamo schiavi di noi stessi; e così, invece di partecipare alla storia di Dio ci impegniamo a scrivere il diario dell’io. La fede ci libera dal desiderio di affermare noi stessi e ci insegna a fare della nostra vita un’avventura che si muove nell’orizzonte di Dio. È una storia senza confini non solo perché abbraccia tutta l’umanità e tutti i secoli ma perché c’immerge nell’eternità di Dio.

La libertà che Gesù propone è ben diversa, anzi si oppone radicalmente all’idea che oggi s’impone. Stando alla cultura contemporanea l’uomo è libero quando ha la possibilità di agire in piena autonomia e senza alcun impedimento. Non importa se poi in nome della libertà compie scelte che contrastano con la sua dignità e offendono la verità. Affermare se stessi, fino al punto da sopprimere l’altro, è l’inganno raffinato della nostra epoca. Il Vangelo invece chiede di vivere nella logica del dono di sé fino a dare la vita. È quello che contempliamo nella passione del Signore. Per camminare nei sentieri della libertà dobbiamo riconoscere e accogliere Dio come il Signore e a lasciarci costantemente illuminare dalla sua Parola. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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