di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,31-42)
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Il commento
“Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo” (10,31). Il contrasto con i Giudei diviene sempre più aspro. In questo caso non sono le autorità religiose a intervenire ma un gruppo di fanatici che reagiscono con estrema durezza alle parole di Gesù che proclama di essere “uno con il Padre” (10,30). Non solo afferma di parlare con l’autorità di Dio ma si presenta come il Figlio che vive in intima unità con il Padre celeste. Un’affermazione come questa non può trovare spazio nella fede d’Israele, profondamente segnata dalla unicità di Dio. Nessun’altra creatura, angelica o terrestre, può vantare di essere uguale a Dio o pretendere di avere una particolare intimità con Lui. La reazione dei Giudei è dunque perfettamente comprensibile. La loro opposizione ha una chiara motivazione teologica: “Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio” (10,33). Non mettono in dubbio le opere buone compiute da Gesù ma tutto perde valore dinanzi alla pretesa di essere come Dio.
A ben vedere è proprio questa la sfida della fede. Questa pagina ci porta nel cuore dell’esperienza credente. E pone le domande decisive. Quando meditiamo le pagine dei Vangeli, le accogliamo come parola di Dio? Nei segni sacramentali, e in particolare nella celebrazione eucaristica, riconosciamo la presenza reale di quel Dio che si è fatto uomo, è nato dalla Vergine Maria, è morto sulla croce? È davvero questa la nostra fede? Notando con la superficialità con la quale molti rinunciano alla Messa, in tempi di pandemia, emerge qualche il dubbio. Dobbiamo ripartire dall’essenziale. Credere significa avere la certezza che Gesù Cristo vuole e può dare la vita in abbondanza (Gv 10,10). Questa vita passa attraverso l’incontro eucaristico: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna” (Gv 6,54). Non solo riempie di vita i giorni dell’esistenza ma, quando questi giorni saranno consumati, aprirà le porte dell’eterna gioia. Oggi chiediamo che questa fede sia custodita e purificata. E ci impegniamo anche ad annunciarla con maggiore fedeltà.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
1 risposta su “La bestemmia”
SIGNORE GRAZIE!!!